Sara Bucci
Cicerone-Importanza e dignità della poesia (Cic. Pro Archia 8-9.)
Sara Bucci /
- Created on 2023-11-29 16:23:45
- Translated by Sara Bucci
- Aligned by Sara Bucci
Latin
italiano
Sic a summis hominibus eruditissimisque accepimus , ceterarum rerum studia ex doctrinā et praeceptis et arte constare , poetam naturā ipsā valere et mentis viribus excitari et quasi divino quodam spiritu inflari . Quā re suo iure noster ille Ennius " sanctos " appellat poetas , quod quasi deorum aliquo dono atque munere commendati nobis esse videantur . Sit igitur , iudices , sanctum apud vos , humanissimos homines , hoc poetae nomen quod nulla umquam barbaria violavit . Saxa atque solitudines voci respondent , bestiae saepe immanes cantu flectuntur atque consistunt ; nos instituti rebus optimis non poetarum voce moveamur ? Homerum Colophonii civem esse dicunt suum , Chii suum vindicant , Salaminii repetunt , Smyrnaei vero suum esse confirmant itaque etiam delubrum eius in oppido dedicaverunt , permulti alii praeterea pugnant inter se atque contendunt .
Così
abbiamo
appreso
da
uomini
autorevoli
e
molto
colti
,
(
cioè
)
che
gli
studi
delle
rimanenti
discipline
sono
costituiti
da
insegnamento
e
regole
e
mestiere
,
(
mentre
)
il
poeta
vale
per
la
sua
stessa
natura
ed
è
stimolato
dalle
doti
della
(
sua
)
mente
ed
è
quasi
ispirato
da
una
specie
di
spirito
divino
.
Perciò
a
buon
diritto
il
nostro
grande
Ennio
chiama
"
santi
"
i
poeti
,
perché
(
secondo
lui
)
sembrano
esserci
stati
affidati
quasi
per
un
qualche
dono
e
regalo
degli
dei
.
Sia
dunque
santo
presso
di
voi
giudici
,
persone
estremamente
colte
,
questo
titolo
di
poeta
che
mai
nessun
comportamento
incivile
profanò
.
Le
rocce
e
i
deserti
rispondono
alla
voce
,
spesso
animali
aggressivi
si
piegano
al
canto
e
si
fermano
;
noi
,
educati
nelle
più
nobili
arti
non
dovremmo
essere
commossi
dalla
voce
dei
poeti
?
Omero
quelli
di
Colofone
dicono
che
è
loro
concittadino
,
quelli
di
Chio
lo
rivendicano
come
proprio
,
quelli
di
Salamina
lo
reclamano
,
quelli
di
Smirne
poi
assicurano
che
è
loro
e
perciò
addirittura
hanno
dedicato
un
tempio
in
suo
onore
nella
città
,
moltissimi
altri
inoltre
polemizzano
tra
loro
e
contendono
.
Sette contro Tebe (631-652)
Sara Bucci /
- Created on 2024-02-13 11:56:39
- Modified on 2024-02-26 22:52:32
- Aligned by Sara Bucci
Presentando al re Eteocle i condottieri schierati alle varie porte di Tebe assediata, il Messaggero giunge a parlare della settima: vi si trova Polinice, il fratello del re. Egli rivendica il trono ed è pronto a uccidere Eteocle e morire accanto a lui, oppure infliggergli l'esilio che egli stesso ha subito; sullo scudo porta incisa la figura della Giustizia, che reclama il diritto alla città e alla casa dei padri.
Ἑλληνική Transliterate
italiano
ΑΓΓΕΛΟΣ ΚΑΤΑΣΚΟΠΟΣ
Τὸν ἕβδομον δὴ τόν τ’ ἐφ’ ἑβδόμαις πύλαις
λέξω , τὸν αὐτοῦ σοῦ κασίγνητον , πόλει
οἵας ἀρᾶται καὶ κατεύχεται τύχας ,
πύργοις ἐπεμβὰς κἀπιγηρυθεὶς χθονί ,
635 ἁλώσιμον παιᾶν’ ἐπεξιακχάσας ,
σοὶ ξυμφέρεσθαι καὶ κτανὼν θανεῖν πέλας
ἢ ζῶντ’ ἀτιμαστῆρα τὼς ἀνδρηλατῶν
φυγῇ τὸν αὐτὸν τόνδε τείσασθαι τρόπον .
Τοιαῦτ’ ἀυτεῖ καὶ θεοὺς γενεθλίους
640 καλεῖ πατρώιας γῆς ἐποπτῆρας λιτῶν
τῶν ὧν γενέσθαι πάγχυ Πολυνείκους βία .
Ἔχει δὲ καινοπηγὲς εὔκυκλον σάκος
διπλοῦν τε σῆμα προσμεμηχανημένον ·
χρυσήλατον γὰρ ἄνδρα τευχηστὴν ἰδεῖν
645 ἄγει γυνή τις σωφρόνως ἡγουμένη ·
Δίκη δ’ ἄρ’ εἶναί φησιν , ὡς τὰ γράμματα
λέγει · " κατάξω δ’ ἄνδρα τόνδε , καὶ πόλιν
ἕξει πατρώιαν δωμάτων τ’ ἐπιστροφάς . "
Τοιαῦτ’ ἐκείνων ἐστὶ τἀξευρήματα .
650 Σὺ δ’ αὐτὸς ἤδη γνῶθι τίνα πέμπειν δοκεῖ ,
ὡς οὔποτ’ ἀνδρὶ τῷδε κηρυκευμάτων
μέμψῃ · σὺ δ’ αὐτὸς γνῶθι ναυκληρεῖν πόλιν .
Τὸν ἕβδομον δὴ τόν τ’ ἐφ’ ἑβδόμαις πύλαις
λέξω , τὸν αὐτοῦ σοῦ κασίγνητον , πόλει
οἵας ἀρᾶται καὶ κατεύχεται τύχας ,
πύργοις ἐπεμβὰς κἀπιγηρυθεὶς χθονί ,
635 ἁλώσιμον παιᾶν’ ἐπεξιακχάσας ,
σοὶ ξυμφέρεσθαι καὶ κτανὼν θανεῖν πέλας
ἢ ζῶντ’ ἀτιμαστῆρα τὼς ἀνδρηλατῶν
φυγῇ τὸν αὐτὸν τόνδε τείσασθαι τρόπον .
Τοιαῦτ’ ἀυτεῖ καὶ θεοὺς γενεθλίους
640 καλεῖ πατρώιας γῆς ἐποπτῆρας λιτῶν
τῶν ὧν γενέσθαι πάγχυ Πολυνείκους βία .
Ἔχει δὲ καινοπηγὲς εὔκυκλον σάκος
διπλοῦν τε σῆμα προσμεμηχανημένον ·
χρυσήλατον γὰρ ἄνδρα τευχηστὴν ἰδεῖν
645 ἄγει γυνή τις σωφρόνως ἡγουμένη ·
Δίκη δ’ ἄρ’ εἶναί φησιν , ὡς τὰ γράμματα
λέγει · " κατάξω δ’ ἄνδρα τόνδε , καὶ πόλιν
ἕξει πατρώιαν δωμάτων τ’ ἐπιστροφάς . "
Τοιαῦτ’ ἐκείνων ἐστὶ τἀξευρήματα .
650 Σὺ δ’ αὐτὸς ἤδη γνῶθι τίνα πέμπειν δοκεῖ ,
ὡς οὔποτ’ ἀνδρὶ τῷδε κηρυκευμάτων
μέμψῃ · σὺ δ’ αὐτὸς γνῶθι ναυκληρεῖν πόλιν .
MESSAGGERO
Il settimo dunque alle settime porte dirò , il tuo stesso fratello , quali maledizioni e destini prega per la città , salendo sulle torri e cantando alla terra , dopo aver cantato un inno di vittoria , a te che uccidi conviene morire vicino o vivere senza onore , e così come lo hai esiliato , pagare allo stesso modo con l’esilio .
Questo grida a gran voce la possanza di Polinice e invoca gli dei nativi , chiedendo agli osservatori della terra nativa di realizzare tutto ciò .
Là nello scudo rotondo appena forgiato , vi è fissato un doppio segno : infatti porta un uomo d’oro battuto a vedersi , dotato di armi , e una donna che lo guida in modo saggio ;
poi dice di essere la Giustizia , come dicono le lettere : ‘Abbatterò quest’uomo , riavrà la città e tornerà nelle case dei padri’ . Queste sono le loro invenzioni .
Tu stesso ora sai chi sembra che mandi ( le lettere ) , così che non biasimi mai quest’uomo per i messaggi ; tu stesso conosci ( come ) governare la città .
Il settimo dunque alle settime porte dirò , il tuo stesso fratello , quali maledizioni e destini prega per la città , salendo sulle torri e cantando alla terra , dopo aver cantato un inno di vittoria , a te che uccidi conviene morire vicino o vivere senza onore , e così come lo hai esiliato , pagare allo stesso modo con l’esilio .
Questo grida a gran voce la possanza di Polinice e invoca gli dei nativi , chiedendo agli osservatori della terra nativa di realizzare tutto ciò .
Là nello scudo rotondo appena forgiato , vi è fissato un doppio segno : infatti porta un uomo d’oro battuto a vedersi , dotato di armi , e una donna che lo guida in modo saggio ;
poi dice di essere la Giustizia , come dicono le lettere : ‘Abbatterò quest’uomo , riavrà la città e tornerà nelle case dei padri’ . Queste sono le loro invenzioni .
Tu stesso ora sai chi sembra che mandi ( le lettere ) , così che non biasimi mai quest’uomo per i messaggi ; tu stesso conosci ( come ) governare la città .
L'AREOPAGO E IL CALCOLO DEI VOTI
Sara Bucci /
- Created on 2024-02-28 00:07:40
- Modified on 2024-02-29 02:53:43
- Translated by Sara Bucci
- Aligned by Sara Bucci
I personaggi presenti sono Atena, Apollo, Oreste e dal Coro caratterizzato dalle Erinni: rifugiatosi nel tempio di Atena sull'acropoli di Atene, Oreste chiede la protezione della dea, che affida il giudizio del matricidio a un tribunale di cittadini di nuova costituzione, l'Areopago. Inizia il processo: l'imputato è difeso da Apollo e accusato dal Coro delle Erinni, che minacciano sciagure nel caso di un'assoluzione. Dopo la votazione dei giudici e il voto di Atena a favore dell'imputato, la condizione di parità - come stabilito dalla dea – sancisce la vittoria di Oreste, che può fare ritorno ad Argo e riottenere il trono e i beni che furono di Agamennone, da lui vendicato. Le Erinni, infuriate, sono placate dalla dea, che promette loro onori e culto nella sua città.
Ἑλληνική Transliterate
italiano
ψῆφον δικαίαν , ὡς ἅλις λελεγμένων;
Χο . ἡμῖν μὲν ἤδη πᾶν τετόξευται βέλος .
μένω δ ' ἀκοῦσαι πῶς ἀγὼν κριθήσεται .
Αθ . τί γάρ; πρὸς ὑμῶν πῶς τιθεῖσ ' ἄμομφος ὦ;
Απ . ἠκούσαθ ' ὧν ἠκούσατ ' , ἐν δὲ καρδίᾳ
680ψῆφον φέροντες ὅρκον αἰδεῖσθε , ξένοι .
Αθ . κλύοιτ ' ἂν ἤδη θεσμόν , Ἀττικὸς λεώς ,
πρώτας δίκας κρίνοντες αἵματος χυτοῦ .
ἔσται δὲ καὶ τὸ λοιπὸν Αἰγέως στρατῷ
αἰεὶ δικαστῶν τοῦτο βουλευτήριον .
685πάγον δ ' †Ἄρειον τόνδ ' , Ἀμαζόνων ἕδραν
σκηνάς θ ' , ὅτ ' ἦλθον Θησέως κατὰ φθόνον
στρατηλατοῦσαι , καὶ πόλει νεόπτολιν
τήνδ ' ὑψίπυργον ἀντεπύργωσαν τότε ,
Ἄρει δ ' ἔθυον , ἔνθεν ἔστ ' ἐπώνυμος
690πέτρα πάγος τ ' Ἄρειος · ἐν δὲ τῷ σέβας
ἀστῶν φόβος τε ξυγγενὴς τὸ μὴ ἀδικεῖν
σχήσει τό τ ' ἦμαρ καὶ κατ ' εὐφρόνην ὁμῶς ,
αὐτῶν πολιτῶν μὴ ' πικαινούντων νόμους
κακαῖς ἐπιρροαῖσι · βορβόρῳ δ ' ὕδωρ
695λαμπρὸν μιαίνων οὔποθ ' εὑρήσεις ποτόν .
τὸ μήτ ' ἄναρχον μήτε δεσποτούμενον
ἀστοῖς περιστέλλουσι βουλεύω σέβειν ,
καὶ μὴ τὸ δεινὸν πᾶν πόλεως ἔξω βαλεῖν .
τίς γὰρ δεδοικὼς μηδὲν ἔνδικος βροτῶν;
700τοιόνδε τοι ταρβοῦντες ἐνδίκως σέβας
ἔρυμα [ τε ] χώρας καὶ πόλεως σωτήριον
ἔχοιτ ' ἄν , οἷον οὔτις ἀνθρώπων ἔχει ,
οὔτ ' ἐν Σκύθῃσιν οὔτε Πέλοπος ἐν τόποις .
Χο . ἡμῖν μὲν ἤδη πᾶν τετόξευται βέλος .
μένω δ ' ἀκοῦσαι πῶς ἀγὼν κριθήσεται .
Αθ . τί γάρ; πρὸς ὑμῶν πῶς τιθεῖσ ' ἄμομφος ὦ;
Απ . ἠκούσαθ ' ὧν ἠκούσατ ' , ἐν δὲ καρδίᾳ
680ψῆφον φέροντες ὅρκον αἰδεῖσθε , ξένοι .
Αθ . κλύοιτ ' ἂν ἤδη θεσμόν , Ἀττικὸς λεώς ,
πρώτας δίκας κρίνοντες αἵματος χυτοῦ .
ἔσται δὲ καὶ τὸ λοιπὸν Αἰγέως στρατῷ
αἰεὶ δικαστῶν τοῦτο βουλευτήριον .
685πάγον δ ' †Ἄρειον τόνδ ' , Ἀμαζόνων ἕδραν
σκηνάς θ ' , ὅτ ' ἦλθον Θησέως κατὰ φθόνον
στρατηλατοῦσαι , καὶ πόλει νεόπτολιν
τήνδ ' ὑψίπυργον ἀντεπύργωσαν τότε ,
Ἄρει δ ' ἔθυον , ἔνθεν ἔστ ' ἐπώνυμος
690πέτρα πάγος τ ' Ἄρειος · ἐν δὲ τῷ σέβας
ἀστῶν φόβος τε ξυγγενὴς τὸ μὴ ἀδικεῖν
σχήσει τό τ ' ἦμαρ καὶ κατ ' εὐφρόνην ὁμῶς ,
αὐτῶν πολιτῶν μὴ ' πικαινούντων νόμους
κακαῖς ἐπιρροαῖσι · βορβόρῳ δ ' ὕδωρ
695λαμπρὸν μιαίνων οὔποθ ' εὑρήσεις ποτόν .
τὸ μήτ ' ἄναρχον μήτε δεσποτούμενον
ἀστοῖς περιστέλλουσι βουλεύω σέβειν ,
καὶ μὴ τὸ δεινὸν πᾶν πόλεως ἔξω βαλεῖν .
τίς γὰρ δεδοικὼς μηδὲν ἔνδικος βροτῶν;
700τοιόνδε τοι ταρβοῦντες ἐνδίκως σέβας
ἔρυμα [ τε ] χώρας καὶ πόλεως σωτήριον
ἔχοιτ ' ἄν , οἷον οὔτις ἀνθρώπων ἔχει ,
οὔτ ' ἐν Σκύθῃσιν οὔτε Πέλοπος ἐν τόποις .
ATENA
Invito
ormai
costoro
a
deporre
un
giusto
voto
secondo
coscienza
,
dal
momento
che
si è dibattuto abbastanza ?
APOLLO Da noi ogni dardo è stato scagliato ; resto per ascoltare come sarà giudicata la lite .
ATENA Ebbene ? Come dovrò agire per non ricevere biasimo da parte vostra ?
680
CORO Avete ascoltato quello che avete ascoltato , ma nel portare il vostro voto rispettate nel cuore il giuramento , o stranieri .
ATENA Udite ora questo mio decreto , o popolo dell ' Attica nel momento in cui voi emettete la prima sentenza per sangue versato . Anche negli anni avvenire resterà per sempre al popolo
685
di Egeo questo consesso di giudici : e questo colle di Ares , sede e campo delle Amazzoni quando giunsero armate per odio contro Teseo , e in quel tempo contrapposero alla cittadella questa nuova cittadella munita di alte torri e facevano sacrifici ad Ares ,
690
donde ha ricevuto il proprio nome questa rupe e colle di Ares - in esso la reverenza dei cittadini e la paura , sua consanguinea , li tratterranno , di giorno e di notte in egual modo , dal commettere ingiustizia , purché gli stessi cittadini non innovino le leg-
695
gi : se contamini dell ' acqua limpida con torbide correnti e fango , non la troverai mai più bevibile . Ciò che non è né privo di comando né sottoposto a dispotismo questo io lo consiglio ai cittadini di curare e riverire , e di non espellere dalla città tutto ciò che è
700
pauroso : chi infatti degli uomini è giusto se nulla teme ? Se voi rispetterete secondo giustizia questo venerando istituto , disporrete di un baluardo che salva il territorio e la città , quale nessuna gente umana possiede , né tra gli Sciti né nelle terre di Pelope .
si è dibattuto abbastanza ?
APOLLO Da noi ogni dardo è stato scagliato ; resto per ascoltare come sarà giudicata la lite .
ATENA Ebbene ? Come dovrò agire per non ricevere biasimo da parte vostra ?
680
CORO Avete ascoltato quello che avete ascoltato , ma nel portare il vostro voto rispettate nel cuore il giuramento , o stranieri .
ATENA Udite ora questo mio decreto , o popolo dell ' Attica nel momento in cui voi emettete la prima sentenza per sangue versato . Anche negli anni avvenire resterà per sempre al popolo
685
di Egeo questo consesso di giudici : e questo colle di Ares , sede e campo delle Amazzoni quando giunsero armate per odio contro Teseo , e in quel tempo contrapposero alla cittadella questa nuova cittadella munita di alte torri e facevano sacrifici ad Ares ,
690
donde ha ricevuto il proprio nome questa rupe e colle di Ares - in esso la reverenza dei cittadini e la paura , sua consanguinea , li tratterranno , di giorno e di notte in egual modo , dal commettere ingiustizia , purché gli stessi cittadini non innovino le leg-
695
gi : se contamini dell ' acqua limpida con torbide correnti e fango , non la troverai mai più bevibile . Ciò che non è né privo di comando né sottoposto a dispotismo questo io lo consiglio ai cittadini di curare e riverire , e di non espellere dalla città tutto ciò che è
700
pauroso : chi infatti degli uomini è giusto se nulla teme ? Se voi rispetterete secondo giustizia questo venerando istituto , disporrete di un baluardo che salva il territorio e la città , quale nessuna gente umana possiede , né tra gli Sciti né nelle terre di Pelope .