Cicerone, De Legibus 2,9/2,10/2,11
Marta Massaro / Cicerone
- Created on 2023-11-29 00:32:52
- Modified on 2023-12-01 08:21:02
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Latin
italiano
[ 9 ] Quintus : Aliquotiens iam iste locus a te tactus est . Sed antequam ad populares leges venias , vim istius caelestis legis explana , si placet , ne aestus nos consuetudinis absorbeat et ad sermonis morem usitati trahat .
Marcus : A paruis enim , Quinte , didicimus : " si in ius vocat " , atque alia eius modi leges nominare . Sed vero intellegi sic oportet , hoc et alia iussa ac vetita populorum non vim habere ad recte facta vocandi et a peccatis avocandi , quae vis non modo senior est quam aetas populorum et civitatium , sed aequalis illius caelum atque terras tuentis et regentis dei .
[ 10 ] Neque enim esse mens divina sine ratione potest , nec ratio divina non hanc vim in rectis pravisque sanciendis habere ; nec quia nusquam erat scriptum , ut contra omnis hostium copias in ponte unus adsisteret a tergoque pontem interscindi iuberet , idcirco minus Coclitem illum rem gessisse tantam fortitudinis lege atque imperio putabimus , nec si regnante L . Tarquinio nulla erat Romae scripta lex de stupris , idcirco non contra illam legem sempiternam Sex . Tarquinius vim Lucretiae Tricipitini filiae attulit . Erat enim ratio , profecta a rerum natura , et ad recte faciendum inpellens et a delicto avocans , quae non tum denique incipit lex esse quom scripta est , sed tum quom orta est . Orta autem est simul cum mente divina . Quam ob rem lex vera atque princeps , apta ad iubendum et ad vetandum , ratio est recta summi Iouis .
[ 11 ] Quintus : Adsentior frater , ut quod est rectum verumque , aeternum quoque sit , neque cum litteris , quibus scita scribuntur , aut oriatur aut occidat .
Marcus : Ergo ut illa diuina mens summa lex est , item quom in homine est perfecta ratio , sedet in mente sapientis . Quae sunt autem varie et ad tempus descriptae populis , favore magis quam re legum nomen tenent . Omnem enim legem , quae quidem recte lex appellari possit , esse laudabilem quidam talibus argumentis docent . Constat profecto ad salutem civium civitatumque incolumitatem vitamque hominum quietam et beatam inventas esse leges , eosque qui primum eiusmodi scita sanxerint , populis ostendisse ea se scripturos atque laturos , quibus illi adscitis susceptisque honeste beateque viverent , quaeque ita conposita sanctaque essent , eas leges videlicet nominarunt . Ex quo intellegi par est , eos qui perniciosa et iniusta populis iussa descripserint , quom contra fecerint quam polliciti professique sint , quiduis potius tulisse quam leges , ut perspicuum esse possit , in ipso nomine legis interpretando inesse vim et sententiam iusti et veri legendi .
Marcus : A paruis enim , Quinte , didicimus : " si in ius vocat " , atque alia eius modi leges nominare . Sed vero intellegi sic oportet , hoc et alia iussa ac vetita populorum non vim habere ad recte facta vocandi et a peccatis avocandi , quae vis non modo senior est quam aetas populorum et civitatium , sed aequalis illius caelum atque terras tuentis et regentis dei .
[ 10 ] Neque enim esse mens divina sine ratione potest , nec ratio divina non hanc vim in rectis pravisque sanciendis habere ; nec quia nusquam erat scriptum , ut contra omnis hostium copias in ponte unus adsisteret a tergoque pontem interscindi iuberet , idcirco minus Coclitem illum rem gessisse tantam fortitudinis lege atque imperio putabimus , nec si regnante L . Tarquinio nulla erat Romae scripta lex de stupris , idcirco non contra illam legem sempiternam Sex . Tarquinius vim Lucretiae Tricipitini filiae attulit . Erat enim ratio , profecta a rerum natura , et ad recte faciendum inpellens et a delicto avocans , quae non tum denique incipit lex esse quom scripta est , sed tum quom orta est . Orta autem est simul cum mente divina . Quam ob rem lex vera atque princeps , apta ad iubendum et ad vetandum , ratio est recta summi Iouis .
[ 11 ] Quintus : Adsentior frater , ut quod est rectum verumque , aeternum quoque sit , neque cum litteris , quibus scita scribuntur , aut oriatur aut occidat .
Marcus : Ergo ut illa diuina mens summa lex est , item quom in homine est perfecta ratio , sedet in mente sapientis . Quae sunt autem varie et ad tempus descriptae populis , favore magis quam re legum nomen tenent . Omnem enim legem , quae quidem recte lex appellari possit , esse laudabilem quidam talibus argumentis docent . Constat profecto ad salutem civium civitatumque incolumitatem vitamque hominum quietam et beatam inventas esse leges , eosque qui primum eiusmodi scita sanxerint , populis ostendisse ea se scripturos atque laturos , quibus illi adscitis susceptisque honeste beateque viverent , quaeque ita conposita sanctaque essent , eas leges videlicet nominarunt . Ex quo intellegi par est , eos qui perniciosa et iniusta populis iussa descripserint , quom contra fecerint quam polliciti professique sint , quiduis potius tulisse quam leges , ut perspicuum esse possit , in ipso nomine legis interpretando inesse vim et sententiam iusti et veri legendi .
[
9
]
Quinto
:
Già
più
volte
è
stato
toccato
questo
argomento
da
te
.
Ma
prima
di
venire
alle
leggi
relative
ai
popoli
,
spiegaci
,
per
favore
,
la
natura
di
questa
legge
celeste
,
affinché
l
'
onda
dell
'
abitudine
non
ci
travolga
e
ci
spinga
verso
la
consuetudine
del
solito
discorso
.
Marco : - Fin da fanciulli , Quinto , abbiamo imparato a chiamare leggi il " Se chiama in giudizio " ed altre espressioni di tal genere . Ma così occorre intendere , cioè che questo ed altri precetti e divieti dei popoli non hanno la forza di invitare alle azioni corrette e di allontanare dalle colpe , forza che non soltanto è più antica dell ' età stessa dei popoli e delle città , ma che è coeva di quel dio che protegge e governa il cielo e le terre .
[ 10 ] Non può infatti esserci un intelletto divino senza raziocinio , né ragione divina che non abbia questo potere di ratificare ciò che è giusto e ciò che è ingiusto ; e poiché in nessun luogo stava scritto che lui da solo dovesse resistere a tutte le truppe dei nemici su di un ponte , e dare ordine che il ponte venisse tagliato alle sue spalle , tanto meno crederemo che quel Coclite abbia compiuto una tale impresa per un ordine e in virtù della forza ; e neppure che , se sotto il regno di L . Tarquinio non vi era a Roma alcuna legge scritta circa la violenza carnale , in contrasto con quella legge eterna , Sesto Tarquinio non abbia recato violenza a Lucrezia , figlia di Tricipitino . Vi era infatti una norma , derivata dalla stessa natura , che spinge al ben fare e tiene lontani dal delitto , la quale non incomincia ad essere legge solo nel momento in cui viene scritta , ma fin da quando è nata . Ma essa ebbe origine insieme all ' intelletto divino . Motivo per cui la prima e vera legge , efficace nel comandare e nel proibire , è la retta ragione del sommo Giove .
[ 11 ] Quinto : Sono d ' accordo , fratello , che quanto è giusto e vero debba essere anche eterno , e non debba sorgere o perire con i segni , con cui si scrivono i decreti .
Marco : Dunque , come quella mente divina è la legge suprema , allo stesso modo , quando la ragione è portata alla perfezione nell ' uomo , risiede nella mente del saggio . Ma quelle che variamente e secondo l ' occasione vengono sancite per i popoli , assumono il nome di leggi più per un privilegio che per la sostanza . Alcuni esperti insegnano infatti , con una serie di argomentazioni , che ogni legge che veramente si possa chiamare legge , è degna di lode . E ' noto a tutti che certamente le leggi furono elaborate per la salvezza dei cittadini e l ' incolumità delle città , e per una vita tranquilla e felice dell ' umanità ; e quelli che per primi stabilirono norme del genere , dimostrarono ai popoli che essi avrebbero scritto e proposto norme con le quali , se riconosciute ed accettate , quelli avrebbero vissuto rettamente e felicemente . Tutte le norme a tal fine composte e promulgate , quelle furono chiamate naturalmente leggi . Dal che può essere facilmente compreso che , coloro i quali prescrissero ai loro popoli regolamenti dannosi ed ingiusti , e avendo fatto l ' opposto di quanto avevano promesso e dichiarato , promulgarono quante più leggi possibili , in modo che potessero essere chiaro che nella stessa interpretazione del nome di legge è insita la sostanza ed il criterio della scelta del giusto e del vero .
Marco : - Fin da fanciulli , Quinto , abbiamo imparato a chiamare leggi il " Se chiama in giudizio " ed altre espressioni di tal genere . Ma così occorre intendere , cioè che questo ed altri precetti e divieti dei popoli non hanno la forza di invitare alle azioni corrette e di allontanare dalle colpe , forza che non soltanto è più antica dell ' età stessa dei popoli e delle città , ma che è coeva di quel dio che protegge e governa il cielo e le terre .
[ 10 ] Non può infatti esserci un intelletto divino senza raziocinio , né ragione divina che non abbia questo potere di ratificare ciò che è giusto e ciò che è ingiusto ; e poiché in nessun luogo stava scritto che lui da solo dovesse resistere a tutte le truppe dei nemici su di un ponte , e dare ordine che il ponte venisse tagliato alle sue spalle , tanto meno crederemo che quel Coclite abbia compiuto una tale impresa per un ordine e in virtù della forza ; e neppure che , se sotto il regno di L . Tarquinio non vi era a Roma alcuna legge scritta circa la violenza carnale , in contrasto con quella legge eterna , Sesto Tarquinio non abbia recato violenza a Lucrezia , figlia di Tricipitino . Vi era infatti una norma , derivata dalla stessa natura , che spinge al ben fare e tiene lontani dal delitto , la quale non incomincia ad essere legge solo nel momento in cui viene scritta , ma fin da quando è nata . Ma essa ebbe origine insieme all ' intelletto divino . Motivo per cui la prima e vera legge , efficace nel comandare e nel proibire , è la retta ragione del sommo Giove .
[ 11 ] Quinto : Sono d ' accordo , fratello , che quanto è giusto e vero debba essere anche eterno , e non debba sorgere o perire con i segni , con cui si scrivono i decreti .
Marco : Dunque , come quella mente divina è la legge suprema , allo stesso modo , quando la ragione è portata alla perfezione nell ' uomo , risiede nella mente del saggio . Ma quelle che variamente e secondo l ' occasione vengono sancite per i popoli , assumono il nome di leggi più per un privilegio che per la sostanza . Alcuni esperti insegnano infatti , con una serie di argomentazioni , che ogni legge che veramente si possa chiamare legge , è degna di lode . E ' noto a tutti che certamente le leggi furono elaborate per la salvezza dei cittadini e l ' incolumità delle città , e per una vita tranquilla e felice dell ' umanità ; e quelli che per primi stabilirono norme del genere , dimostrarono ai popoli che essi avrebbero scritto e proposto norme con le quali , se riconosciute ed accettate , quelli avrebbero vissuto rettamente e felicemente . Tutte le norme a tal fine composte e promulgate , quelle furono chiamate naturalmente leggi . Dal che può essere facilmente compreso che , coloro i quali prescrissero ai loro popoli regolamenti dannosi ed ingiusti , e avendo fatto l ' opposto di quanto avevano promesso e dichiarato , promulgarono quante più leggi possibili , in modo che potessero essere chiaro che nella stessa interpretazione del nome di legge è insita la sostanza ed il criterio della scelta del giusto e del vero .