Cesare, De bello gallico, 7.14.1-5
Giacomo Pernigotti / Testi latini antichi / Cesare
- Created on 2020-10-25 15:29:59
- Modified on 2020-11-03 08:29:17
- Translated by Cristina Guerra
- Aligned by Giacomo Pernigotti
Latin
italiano
http://verbanoweb.it/discovertendo/latini/cesare/Cesare%20-%20Un%20eroe%20sfortunato%20-%20parte%20I.pdf
Vercingetorix tot continuis incommodis Vellaunoduni , Cenabi , Novioduni acceptis suos ad concilium convocat . Docet longe alia ratione esse bellum gerendum atque antea gestum sit . Omnibus modis huic rei studendum , ut pabulatione et commeatu Romani prohibeantur . Id esse facile , quod equitatu ipsi abundent et quod anni tempore subleventur . Pabulum secari non posse ; necessario dispersos hostes ex aedificiis petere : hos omnes cotidie ab equitibus deleri posse . Praeterea salutis causa rei familiaris commoda neglegenda : vicos atque aedificia incendi oportere hoc spatio ab via quoque versus , quo pabulandi causa adire posse videantur .
Vercingetorige , dopo aver subito tante continue sconfitte a Vellaunoduno , Cenabo e Novioduno , convoca i suoi in assemblea . Dimostra che la guerra deve essere condotta di gran lunga in altra maniera di quanto sia stata condotta precedentemente . Ci si deve occupare di questo in tutti i modi , tenere i Romani lontani da foraggio e rifornimenti . Questo era facile , poiché avevano abbondanza della stessa cavalleria ed erano aiutati dalla stagione . Il foraggio non poteva essere tagliato ; i nemici dispersi lo cercavano per necessità tra le abitazioni : tutti costoro ogni giorno potevano essere annientati dai cavalieri . Inoltre per la salvezza si dovevano trascurare gli interessi per i beni personali : bisognava incendiare villaggi ed edifici ad una distanza tale che anche lontano dal percorso , dove sembrava che potessero spingere per procurarsi il foraggio .