Cicerone, Catilinarie 1.1
Giacomo Pernigotti / Testi latini antichi
- Created on 2021-04-22 17:23:26
- Modified on 2021-04-22 17:26:21
- Translated by Riccardo Davagnini
- Aligned by Giacomo Pernigotti
Latin
italiano
quo usque tandem abutere , Catilina , patientia nostra ? quam diu etiam furor iste tuus nos eludet ? quem ad finem sese effrenata iactabit audacia ? nihilne te nocturnum praesidium Palati , nihil urbis vigiliae , nihil timor populi , nihil concursus bonorum omnium , nihil hic munitissimus habendi senatus locus , nihil horum ora voltusque moverunt ? patere tua consilia non sentis , constrictam iam horum omnium scientia teneri coniurationem tuam non vides ? quid proxima , quid superiore nocte egeris , ubi fueris , quos convocaveris , quid consili ceperis quem nostrum ignorare arbitraris
Per
quanto
o
Catilina
abuserai
ancora
della
nostra
pazienza
?
Inoltre
quanto
a
lungo
questo
tuo
furore
si
prenderà
gioco
di
noi
?
Fino
a
che
punto
ci
tormenterà
la
sfrontatezza
sfrenata
?
Non
ti
turbarono
affatto
il
presidio
notturno
del
Palatino
,
per
niente
le
guardie
notturne
della
città
,
per
nulla
il
timore
del
popolo
,
per
niente
l
'
affluenza
di
tutti
gli
onesti
,
per
niente
questo
protettissimo
luogo
per
tenere
la
riunione
del
senato
,
per
niente
la
bocca
e
il
volto
di
questi
?
Non
senti
che
i
tuoi
piani
sono
svelati
,
non
vedi
che
la
tua
congiura
,
conosciuta
già
da
tutti
questi
,
è
tenuta
sotto
controllo
?
Chi
di
noi
ritieni
che
ignori
che
cosa
hai
fatto
la
notte
scorsa
,
che
cosa
in
quella
precedente
,
dove
sei
stato
,
chi
hai
convocato
,
quale
decisione
hai
preso
?