Il mito di Theuth e Tamus
Marta Massaro /
- Created on 2025-03-29 14:06:15
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Ἑλληνική Transliterate
italiano
Il mito di Teuth e Thamos
Il mito di Teuth e Thamos
ΣΩ . Ἤκουσα τοίνυν περὶ Ναύκρατιν τῆς Αἰγύπτου γενέσθαι τῶν ἐκεῖ παλαιῶν τινα θεῶν , οὗ καὶ τὸ ὄρνεον ἱερὸν ὃ δὴ καλοῦσιν Ἶβιν · αὐτῷ δὲ ὄνομα τῷ δαίμονι εἶναι Θεύθ . τοῦτον δὴ πρῶτον ἀριθμόν τε καὶ λογισμὸν εὑρεῖν καὶ [ d ] γεωμετρίαν καὶ ἀστρονομίαν , ἔτι δὲ πεττείας τε καὶ κυβείας , καὶ δὴ καὶ γράμματα . βασιλέως δ ' αὖ τότε ὄντος Αἰγύπτου ὅλης Θαμοῦ περὶ τὴν μεγάλην πόλιν τοῦ ἄνω τόπου ἣν οἱ Ἕλληνες Αἰγυπτίας Θήβας καλοῦσι , καὶ τὸν θεὸν Ἄμμωνα , παρὰ τοῦτον ἐλθὼν ὁ Θεὺθ τὰς τέχνας ἐπέδειξεν , καὶ ἔφη δεῖν διαδοθῆναι τοῖς ἄλλοις Αἰγυπτίοις · ὁ δὲ ἤρετο ἥντινα ἑκάστη ἔχοι ὠφελίαν , διεξιόντος δέ , ὅτι καλῶς ἢ μὴ [ e ] καλῶς δοκοῖ λέγειν , τὸ μὲν ἔψεγεν , τὸ δ ' ἐπῄνει . πολλὰ μὲν δὴ περὶ ἑκάστης τῆς τέχνης ἐπ ' ἀμφότερα Θαμοῦν τῷ Θεὺθ λέγεται ἀποφήνασθαι , ἃ λόγος πολὺς ἂν εἴη διελθεῖν · ἐπειδὴ δὲ ἐπὶ τοῖς γράμμασιν ἦν , " Τοῦτο δέ , ὦ βασιλεῦ , τὸ μάθημα , " ἔφη ὁ Θεύθ , " σοφωτέρους Αἰγυπτίους καὶ μνημονικωτέρους παρέξει · μνήμης τε γὰρ καὶ σοφίας φάρμακον ηὑρέθη . " ὁ δ ' εἶπεν · " Ὦ τεχνικώτατε Θεύθ , ἄλλος μὲν τεκεῖν δυνατὸς τὰ τέχνης , ἄλλος δὲ κρῖναι τίν ' ἔχει μοῖραν βλάβης τε καὶ ὠφελίας τοῖς μέλλουσι χρῆσθαι · καὶ νῦν [ 275 ] [ a ] σύ , πατὴρ ὢν γραμμάτων , δι ' εὔνοιαν τοὐναντίον εἶπες ἢ δύναται . τοῦτο γὰρ τῶν μαθόντων λήθην μὲν ἐν ψυχαῖς παρέξει μνήμης ἀμελετησίᾳ , ἅτε διὰ πίστιν γραφῆς ἔξωθεν ὑπ ' ἀλλοτρίων τύπων , οὐκ ἔνδοθεν αὐτοὺς ὑφ ' αὑτῶν ἀναμιμνῃσκομένους · οὔκουν μνήμης ἀλλὰ ὑπομνήσεως φάρμακον ηὗρες . σοφίας δὲ τοῖς μαθηταῖς δόξαν , οὐκ ἀλήθειαν πορίζεις · πολυήκοοι γάρ σοι γενόμενοι ἄνευ διδαχῆς πολυγνώμονες [ b ] εἶναι δόξουσιν , ἀγνώμονες ὡς ἐπὶ τὸ πλῆθος ὄντες , καὶ χαλεποὶ συνεῖναι , δοξόσοφοι γεγονότες ἀντὶ σοφῶν . "
ΦΑΙ . Ὦ Σώκρατες , ῥᾳδίως σὺ Αἰγυπτίους καὶ ὁποδαποὺς ἂν ἐθέλῃς λόγους ποιεῖς .
ΣΩ . Οἱ δέ γ ' , ὦ φίλε , ἐν τῷ τοῦ Διὸς τοῦ Δωδωναίου ἱερῷ δρυὸς λόγους ἔφησαν μαντικοὺς πρώτους γενέσθαι . τοῖς μὲν οὖν τότε , ἅτε οὐκ οὖσι σοφοῖς ὥσπερ ὑμεῖς οἱ νέοι , ἀπέχρη δρυὸς καὶ πέτρας ἀκούειν ὑπ ' εὐηθείας , εἰ μόνον [ c ] ἀληθῆ λέγοιεν · σοὶ δ ' ἴσως διαφέρει τίς ὁ λέγων καὶ ποδαπός . οὐ γὰρ ἐκεῖνο μόνον σκοπεῖς , εἴτε οὕτως εἴτε ἄλλως ἔχει ;
ΦΑΙ . Ὀρθῶς ἐπέπληξας , καί μοι δοκεῖ περὶ γραμμάτων ἔχειν ᾗπερ ὁ Θηβαῖος λέγει .
ΣΩ . Οὐκοῦν ὁ τέχνην οἰόμενος ἐν γράμμασι καταλιπεῖν , καὶ αὖ ὁ παραδεχόμενος ὥς τι σαφὲς καὶ βέβαιον ἐκ γραμμάτων ἐσόμενον , πολλῆς ἂν εὐηθείας γέμοι καὶ τῷ ὄντι τὴν Ἄμμωνος μαντείαν ἀγνοοῖ , πλέον τι οἰόμενος εἶναι λόγους [ d ] γεγραμμένους τοῦ τὸν εἰδότα ὑπομνῆσαι περὶ ὧν ἂν ᾖ τὰ γεγραμμένα .
ΦΑΙ . Ὀρθότατα .
ΣΩ . Δεινὸν γάρ που , ὦ Φαῖδρε , τοῦτ ' ἔχει γραφή , καὶ ὡς ἀληθῶς ὅμοιον ζωγραφίᾳ . καὶ γὰρ τὰ ἐκείνης ἔκγονα ἕστηκε μὲν ὡς ζῶντα , ἐὰν δ ' ἀνέρῃ τι , σεμνῶς πάνυ σιγᾷ . ταὐτὸν δὲ καὶ οἱ λόγοι · δόξαις μὲν ἂν ὥς τι φρονοῦντας αὐτοὺς λέγειν , ἐὰν δέ τι ἔρῃ τῶν λεγομένων βουλόμενος μαθεῖν , ἕν τι σημαίνει μόνον ταὐτὸν ἀεί . ὅταν δὲ ἅπαξ [ e ] γραφῇ , κυλινδεῖται μὲν πανταχοῦ πᾶς λόγος ὁμοίως παρὰ τοῖς ἐπαΐουσιν , ὡς δ ' αὕτως παρ ' οἷς οὐδὲν προσήκει , καὶ οὐκ ἐπίσταται λέγειν οἷς δεῖ γε καὶ μή . πλημμελούμενος δὲ καὶ οὐκ ἐν δίκῃ λοιδορηθεὶς τοῦ πατρὸς ἀεὶ δεῖται βοηθοῦ · αὐτὸς γὰρ οὔτ ' ἀμύνασθαι οὔτε βοηθῆσαι δυνατὸς αὑτῷ .
ΦΑΙ . Καὶ ταῦτά σοι ὀρθότατα εἴρηται
ΦΑΙ . Ὦ Σώκρατες , ῥᾳδίως σὺ Αἰγυπτίους καὶ ὁποδαποὺς ἂν ἐθέλῃς λόγους ποιεῖς .
ΣΩ . Οἱ δέ γ ' , ὦ φίλε , ἐν τῷ τοῦ Διὸς τοῦ Δωδωναίου ἱερῷ δρυὸς λόγους ἔφησαν μαντικοὺς πρώτους γενέσθαι . τοῖς μὲν οὖν τότε , ἅτε οὐκ οὖσι σοφοῖς ὥσπερ ὑμεῖς οἱ νέοι , ἀπέχρη δρυὸς καὶ πέτρας ἀκούειν ὑπ ' εὐηθείας , εἰ μόνον [ c ] ἀληθῆ λέγοιεν · σοὶ δ ' ἴσως διαφέρει τίς ὁ λέγων καὶ ποδαπός . οὐ γὰρ ἐκεῖνο μόνον σκοπεῖς , εἴτε οὕτως εἴτε ἄλλως ἔχει ;
ΦΑΙ . Ὀρθῶς ἐπέπληξας , καί μοι δοκεῖ περὶ γραμμάτων ἔχειν ᾗπερ ὁ Θηβαῖος λέγει .
ΣΩ . Οὐκοῦν ὁ τέχνην οἰόμενος ἐν γράμμασι καταλιπεῖν , καὶ αὖ ὁ παραδεχόμενος ὥς τι σαφὲς καὶ βέβαιον ἐκ γραμμάτων ἐσόμενον , πολλῆς ἂν εὐηθείας γέμοι καὶ τῷ ὄντι τὴν Ἄμμωνος μαντείαν ἀγνοοῖ , πλέον τι οἰόμενος εἶναι λόγους [ d ] γεγραμμένους τοῦ τὸν εἰδότα ὑπομνῆσαι περὶ ὧν ἂν ᾖ τὰ γεγραμμένα .
ΦΑΙ . Ὀρθότατα .
ΣΩ . Δεινὸν γάρ που , ὦ Φαῖδρε , τοῦτ ' ἔχει γραφή , καὶ ὡς ἀληθῶς ὅμοιον ζωγραφίᾳ . καὶ γὰρ τὰ ἐκείνης ἔκγονα ἕστηκε μὲν ὡς ζῶντα , ἐὰν δ ' ἀνέρῃ τι , σεμνῶς πάνυ σιγᾷ . ταὐτὸν δὲ καὶ οἱ λόγοι · δόξαις μὲν ἂν ὥς τι φρονοῦντας αὐτοὺς λέγειν , ἐὰν δέ τι ἔρῃ τῶν λεγομένων βουλόμενος μαθεῖν , ἕν τι σημαίνει μόνον ταὐτὸν ἀεί . ὅταν δὲ ἅπαξ [ e ] γραφῇ , κυλινδεῖται μὲν πανταχοῦ πᾶς λόγος ὁμοίως παρὰ τοῖς ἐπαΐουσιν , ὡς δ ' αὕτως παρ ' οἷς οὐδὲν προσήκει , καὶ οὐκ ἐπίσταται λέγειν οἷς δεῖ γε καὶ μή . πλημμελούμενος δὲ καὶ οὐκ ἐν δίκῃ λοιδορηθεὶς τοῦ πατρὸς ἀεὶ δεῖται βοηθοῦ · αὐτὸς γὰρ οὔτ ' ἀμύνασθαι οὔτε βοηθῆσαι δυνατὸς αὑτῷ .
ΦΑΙ . Καὶ ταῦτά σοι ὀρθότατα εἴρηται
Socrate
:
"
dunque
ho
sentito
dire
che
presso
Naucrati
d’Egitto
,
c’era
uno
degli
antichi
dei
di
quel
luogo
,
del
quale
era
anche
sacro
l’uccello
che
chiamavano
Ibis
.
Questa
divinità
aveva
il
nome
di
Theuth
.
Questo
,
in
primo
luogo
,
inventò
i
numeri
,
il
calcolo
,
la
geometria
,
l’astronomia
e
ancora
la
scacchiera
e
i
dadi
e
poi
anche
la
scrittura
.
Mentre
Tamus
era
sovrano
in
quel
tempo
di
tutto
l’Egitto
(
genito
assoluto
con
valore
temporale
)
presso
la
grande
città
della
regione
superiore
,
che
i
greci
chiamano
Tebe
d’Egitto
e
il
suo
dio
era
Ammone
,
Theuth
recatosi
da
costui
gli
mostrò
le
sue
arti
e
diceva
che
occorreva
diffonderle
agli
altri
egizi
.
Quello
gli
chiese
quale
vantaggio
avesse
ciascuna
arte
e
mentre
quello
le
passava
in
rassegna
,
a
seconda
che
gli
sembrasse
parlare/dire
bene
o
non
bene
,
ora
lo
disapprovava
ora
lo
approvava
.
Si
dice
che
Tamus
espresse
molte
considerazioni
a
Theuth
in
entrambi
i
sensi
su
ciascun’arte
,
ma
passarli
in
rassegna
sarebbe
un
discorso
lungo
.
Dopo
che
giunse
alla
scrittura
Theuth
disse
:
"
O
re
,
questo
insegnamento
renderà
più
saggi
gli
egizi
e
più
capaci
di
ricordare
:
infatti
è
stato
scoperto
il
farmaco
della
memoria
e
anche
della
sapienza
"
.
allora
quello
rispose
:
"
O
abilissimo
Theuth
l’uno
è
capace
di
generare
i
prodotti
dell’arte
,
l’altro
di
giudicare
quale
parte
di
danno
e
di
vantaggio
ha
per
coloro
che
hanno
intenzione
di
servirsene
;
e
ora
tu
essendo
padre
della
scrittura
per
benevolenza
hai
detto
il
contrario
di
quanto
essa
può
fare
.
Infatti
questo
provocherà
dimenticanza
nelle
anime
di
coloro
che
la
impareranno
per
la
mancanza
di
esercizio
della
memoria
,
giacché
per
la
fiducia
nella
scrittura
ricorderanno
dall’esterno
attraverso
caratteri
esterni
non
dall’interno
;
non
hai
dunque
trovato
una
medicina
per
la
memoria
,
ma
per
il
ricordo
.
E
ai
discepoli
(
a
coloro
che
apprendono
)
fornisci
l’apparenza
(
opinione
della
massa
,
ciò
che
si
trova
nella
realtà
sensibile
)
della
saggezza
,
non
la
verità
(
disvelamento
di
ciò
che
è
celato
,
ciò
che
esiste
nel
mondo
delle
idee
)
;
infatti
,
divenuti
grazie
a
te
ascoltatori
di
molte
cose
,
senza
insegnamento
,
penseranno
di
essere
conoscitori
di
molte
cose
(
ascoltare
molto
non
significa
conoscere
molto
,
sono
due
aspetti
differenti
)
,
essendo
per
lo
più
ignoranti
,
e
molesti
da
frequentare
,
essendo
diventati
portatori
di
opinioni
invece
che
saggi
.
"
(
in
opposizione
al
pensiero
di
Isocrate
)
.
Fedro : " O Socrate , tu facilmente pronunci discorsi egizi e di qualunque paese tu voglia . "
Socrate : " Ma alcuni , amico mio , dissero che i primi discorsi profetici , nel tempio di Zeus di Dodona , provenivano da una quercia . Dunque agli uomini di allora , poiché non erano saggi come voi giovani , bastava ascoltare una quercia e una roccia nella loro ingenuità , se solo dicessero la verità ; ma a te forse importa chi parla e da dove viene . Infatti non guardi solo quello , se le cose stanno così o in un altro modo ? "
Fedro : " Hai colpito nel segno , e mi sembra che riguardo la scrittura le cose stiano come il Tebano afferma . "
Socrate : " Ebbene , colui che pensa di affidare un’arte alla scrittura e chi a sua volta la riceve , pensando che dalla scrittura deriverà qualcosa di chiaro e di sicuro , sarebbe colmo di molta semplicità e , in effetti , ignorerebbe l’oracolo di Ammone , pensando che i discorsi scritti siano qualcosa in più del fare ricordare chi già conosce ciò su cui vertono gli scritti . "
Fedro : " È verissimo . "
Socrate : " Infatti , o Fedro , la scrittura ha questo di potente , e in effetti è simile alla pittura . Infatti i suoi prodotti ti stanno davanti come esseri viventi , ma se gli domandi qualcosa , restano completamente in silenzio in modo serio . Lo stesso anche i discorsi : potresti credere che essi parlino , come se pensassero qualcosa ; ma se tu gli domandi qualcosa delle cose dette , volendo imparare , quest’una indica sempre solo la stessa cosa . Una volta che è stato scritto , ogni discorso si diffonde ( rotola ) ovunque allo stesso modo tra coloro che sono competenti , come fra quelli cui non si addice per nulla , e non sa a chi deve rivolgersi e a chi no . Se poi viene offeso e oltraggiato non giustamente , ha sempre bisogno del padre come aiutante ; infatti , egli stesso non è capace né di difendersi da solo né di recare aiuto a se stesso . "
Fedro : " E anche queste cose sono state dette da te nel modo più corretto " .
Fedro : " O Socrate , tu facilmente pronunci discorsi egizi e di qualunque paese tu voglia . "
Socrate : " Ma alcuni , amico mio , dissero che i primi discorsi profetici , nel tempio di Zeus di Dodona , provenivano da una quercia . Dunque agli uomini di allora , poiché non erano saggi come voi giovani , bastava ascoltare una quercia e una roccia nella loro ingenuità , se solo dicessero la verità ; ma a te forse importa chi parla e da dove viene . Infatti non guardi solo quello , se le cose stanno così o in un altro modo ? "
Fedro : " Hai colpito nel segno , e mi sembra che riguardo la scrittura le cose stiano come il Tebano afferma . "
Socrate : " Ebbene , colui che pensa di affidare un’arte alla scrittura e chi a sua volta la riceve , pensando che dalla scrittura deriverà qualcosa di chiaro e di sicuro , sarebbe colmo di molta semplicità e , in effetti , ignorerebbe l’oracolo di Ammone , pensando che i discorsi scritti siano qualcosa in più del fare ricordare chi già conosce ciò su cui vertono gli scritti . "
Fedro : " È verissimo . "
Socrate : " Infatti , o Fedro , la scrittura ha questo di potente , e in effetti è simile alla pittura . Infatti i suoi prodotti ti stanno davanti come esseri viventi , ma se gli domandi qualcosa , restano completamente in silenzio in modo serio . Lo stesso anche i discorsi : potresti credere che essi parlino , come se pensassero qualcosa ; ma se tu gli domandi qualcosa delle cose dette , volendo imparare , quest’una indica sempre solo la stessa cosa . Una volta che è stato scritto , ogni discorso si diffonde ( rotola ) ovunque allo stesso modo tra coloro che sono competenti , come fra quelli cui non si addice per nulla , e non sa a chi deve rivolgersi e a chi no . Se poi viene offeso e oltraggiato non giustamente , ha sempre bisogno del padre come aiutante ; infatti , egli stesso non è capace né di difendersi da solo né di recare aiuto a se stesso . "
Fedro : " E anche queste cose sono state dette da te nel modo più corretto " .