Orazio, Odi, I,1
cristiana caserta / latino / Orazio
- Created on 2019-01-01 15:07:43
- Modified on 2024-03-14 08:16:45
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Latin
italiano
http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus:text:1999.02.0024
Maecenas atavis edite regibus ,
o et praesidium et dulce decus meum :
sunt quos curriculo pulverem Olympicum
collegisse iuvat metaque fervidis
evitata rotis palmaque nobilis .
terrarum dominos evehit ad deos
hunc , si mobilium turba Quiritium
certat tergeminis tollere honoribus ,
illum , si proprio condidit horreo
quidquid de Libycis verritur areis .
gaudentem patrios findere sarculo
agros Attalicis condicionibus
numquam demoveas , ut trabe Cypria
Myrtoum pavidus nauta secet mare .
luctantem Icariis fluctibus Africum
mercator metuens otium et oppidi
laudat rura sui ; mox reficit rates
quassas indocilis pauperiem pati .
est qui nec veteris pocula Massici
nec partem solido demere de die
spernit nunc viridi membra sub arbuto
stratus , nunc ad aquae lene caput sacrae .
multos castra iuvant et lituo tubae
permixtus sonitus bellaque matribus
detestata . manet sub Iove frigido
venator tenerae coniugis inmemor ,
seu visa est catulis cerva fidelibus
seu rupit teretes Marsus aper plagas .
me doctarum hederae praemia frontium
dis miscent superis , me gelidum nemus
Nympharumque leves cum Satyris chori
secernunt populo , si neque tibias
Euterpe cohibet nec Polyhymnia
Lesboum refugit tendere barbiton .
quodsi me lyricis vatibus inseres ,
sublimi feriam sidera vertice .
o et praesidium et dulce decus meum :
sunt quos curriculo pulverem Olympicum
collegisse iuvat metaque fervidis
evitata rotis palmaque nobilis .
terrarum dominos evehit ad deos
hunc , si mobilium turba Quiritium
certat tergeminis tollere honoribus ,
illum , si proprio condidit horreo
quidquid de Libycis verritur areis .
gaudentem patrios findere sarculo
agros Attalicis condicionibus
numquam demoveas , ut trabe Cypria
Myrtoum pavidus nauta secet mare .
luctantem Icariis fluctibus Africum
mercator metuens otium et oppidi
laudat rura sui ; mox reficit rates
quassas indocilis pauperiem pati .
est qui nec veteris pocula Massici
nec partem solido demere de die
spernit nunc viridi membra sub arbuto
stratus , nunc ad aquae lene caput sacrae .
multos castra iuvant et lituo tubae
permixtus sonitus bellaque matribus
detestata . manet sub Iove frigido
venator tenerae coniugis inmemor ,
seu visa est catulis cerva fidelibus
seu rupit teretes Marsus aper plagas .
me doctarum hederae praemia frontium
dis miscent superis , me gelidum nemus
Nympharumque leves cum Satyris chori
secernunt populo , si neque tibias
Euterpe cohibet nec Polyhymnia
Lesboum refugit tendere barbiton .
quodsi me lyricis vatibus inseres ,
sublimi feriam sidera vertice .
Mecenate
,
disceso
da
avi
regali
,
o tu che sei il mio presidio e la mia dolce gloria ,
vi sono alcuni a cui la polvere olimpica
piace aver sollevato col cocchio e la meta
scansata con le ruote infuocate e la nobile palma
li innalza agli dèi signori delle terre ;
a costui , se la folla dei mutevoli Quiriti
gareggia nell’innalzarlo con i triplici onori ;
quell’altro se nel proprio granaio accumula
tutto ciò che si raccoglie nelle aie libiche .
Colui che gode di arare i campi paterni
col sarchiello , giammai potresti smuoverlo ,
nemmeno a condizioni attaliche , per fendere
il mare Mirtoo su nave cipria , pavido marinaio .
Il mercante , temendol’Africo in lotta con i flutti icarii
loda l’ozio e i campi della sua città ; da poco ha risanato
le navi squassate , incapace di sopportare la povertà .
E vi è chi non disprezza di togliere una parte del giorno di lavoro con una coppa di Massico invecchiato ,
con le menbra distese ora sotto un verde arbusto ,
ora sotto una fonte di acqua sacra dal lieve mormorio .
A molti piacciono gli accampamenti e il suono
della tromba misto a quello del lituo ,
e le guerre detestate dalle madri .
Resta sotto il freddo cielo
il cacciatore dimentico della giovane moglie ,
sia che una cerva sia stata avvistata dai cani fedeli ,
sia che un cinghiale marsicano abbia rotto le reti intrecciate .
Me l’edera premio delle fronti dotte mescola
Agli dei superi , me il freddo bosco
e le lievi danze delle Ninfe cori con i Satiri
separano dal popolo , se Euterpe non costringe al silenzio le tibie , e Polimnia non si rifiuta di tendere il barbiton lesbio .
E se mi inserirai fra i poeti lirici
ferirò con l’alto capo le stelle .
o tu che sei il mio presidio e la mia dolce gloria ,
vi sono alcuni a cui la polvere olimpica
piace aver sollevato col cocchio e la meta
scansata con le ruote infuocate e la nobile palma
li innalza agli dèi signori delle terre ;
a costui , se la folla dei mutevoli Quiriti
gareggia nell’innalzarlo con i triplici onori ;
quell’altro se nel proprio granaio accumula
tutto ciò che si raccoglie nelle aie libiche .
Colui che gode di arare i campi paterni
col sarchiello , giammai potresti smuoverlo ,
nemmeno a condizioni attaliche , per fendere
il mare Mirtoo su nave cipria , pavido marinaio .
Il mercante , temendol’Africo in lotta con i flutti icarii
loda l’ozio e i campi della sua città ; da poco ha risanato
le navi squassate , incapace di sopportare la povertà .
E vi è chi non disprezza di togliere una parte del giorno di lavoro con una coppa di Massico invecchiato ,
con le menbra distese ora sotto un verde arbusto ,
ora sotto una fonte di acqua sacra dal lieve mormorio .
A molti piacciono gli accampamenti e il suono
della tromba misto a quello del lituo ,
e le guerre detestate dalle madri .
Resta sotto il freddo cielo
il cacciatore dimentico della giovane moglie ,
sia che una cerva sia stata avvistata dai cani fedeli ,
sia che un cinghiale marsicano abbia rotto le reti intrecciate .
Me l’edera premio delle fronti dotte mescola
Agli dei superi , me il freddo bosco
e le lievi danze delle Ninfe cori con i Satiri
separano dal popolo , se Euterpe non costringe al silenzio le tibie , e Polimnia non si rifiuta di tendere il barbiton lesbio .
E se mi inserirai fra i poeti lirici
ferirò con l’alto capo le stelle .