Cicerone Verrine 1.1.2-3
Giacomo Pernigotti /
- Created on 2021-04-22 17:10:18
- Translated by Mogni Vittoria, Radogna Maria
- Aligned by Giacomo Pernigotti
Latin
italiano
Huic ego causae , iudices , cum summa voluntate et exspectatione populi Romani actor accessi , non ut augerem invidiam ordinis , sed ut infamiae communi succurrerem . Adduxi enim hominem in quo reconciliare existimationem iudiciorum amissam , redire in gratiam cum populo Romano , satis facere exteris nationibus possetis , depeculatorem aerari , vexatorem Asiae atque Pamphyliae , praedonem iuris urbani , labem atque perniciem provinciae Siciliae . De quo si vos severe ac religiose iudicaveritis , auctoritas ea quae in vobis remanere debet haerebit ; sin istius ingentes divitiae iudiciorum religionem veritatemque perfregerint , ego hoc tamen adsequar , ut iudicium potius rei publicae quam aut reus iudicibus aut accusator reo defuisse videatur .
Io
,
o
giudici
,
ho
partecipato
in
questa
causa
come
accusatore
,
con
grandissimo
volere
e
aspettativa
del
popolo
romano
,
non
per
accrescere
l’avversione
dell’ordine
,
ma
per
rimediare
alla
vergogna
comune
.
Ho
condotto
infatti
un
uomo
attraverso
il
quale
potete
ristabilire
la
stima
perduta
dei
giudici
,
di
ritornare
in
grazia
con
il
popolo
romano
e
di
fare
abbastanza
per
i
popoli
stranieri
;
dilapidatore
dell’erario
,
vessatore
dell’Asia
e
della
Panfilia
,
predone
della
giustizia
urbana
,
rovina
e
danno
della
provincia
di
Sicilia
.
Se
voi
vi
sarete
pronunciati
riguardo
alla
cosa
severamente
e
scrupolosamente
,
resterà
intatta
quell’autorità
che
deve
rimanere
in
voi
;
se
invece
le
immense
ricchezze
avranno
annullato
la
coscienza
e
la
sincerità
dei
giudici
,
io
poi
raggiungerò
per
lo
meno
questo
scopo
,
ovvero
che
sembri
piuttosto
che
è
mancato
il
tribunale
allo
Stato
rispetto
che
un
imputato
ai
giudici
o
un
accusatore
all’imputato
.