Giacomo Pernigotti / Testi latini antichi / Cesare
Liceo G. Peano Tortona
Cesare, De bello gallico 7.7
Giacomo Pernigotti / Testi latini antichi / Cesare
- Created on 2020-10-23 20:43:04
- Modified on 2020-10-26 10:40:50
- Translated by Elena Bottone
- Aligned by Giacomo Pernigotti
Latin
italiano
http://verbanoweb.it/discovertendo/latini/cesare/Cesare%20-%20Un%20eroe%20sfortunato%20-%20parte%20I.pdf
http://verbanoweb.it/discovertendo/latini/cesare/Cesare%20-%20Un%20eroe%20sfortunato%20-%20parte%20I.pdf
Interim Lucterius Cadurcus in Rutenos missus eam civitatem Arvernis conciliat . Progressus in Nitiobriges et Gabalos ab utrisque obsides accipit et magna coacta manu in provinciam Narbonem versus eruptionem facere contendit . Qua re nuntiata Caesar omnibus consiliis antevertendum existimavit , ut Narbonem proficisceretur . Eo cum venisset , timentes confirmat , praesidia in Rutenis provincialibus , Volcis Arecomicis , Tolosatibus circumque Narbonem , quae loca hostibus erant finitima , constituit ; partem copiarum ex provincia supplementumque , quod ex Italia adduxerat , in Helvios , qui fines Arvernorum contingunt , convenire iubet
Nel
frattempo
il
cadurco
Lutterio
,
mandato
tra
i
Ruteni
,
guadagna
quel
popolo
agli
Arverni
.
Spintosi
tra
i
Nitiobrigi
i
Gabali
riceve
ostaggi
dagli
uni
e
dagli
altri
e
,
riunita
una
grande
schiera
,
si
dirige
a
fare
un’irruzione
nella
provincia
,
verso
Narbona
.
Riferitagli
questa
cosa
,
Cesare
ritenne
di
dover
anteporre
ad
ogni
progetto
il
partire
allavolta
di
Narbona
.
Dopo
esservi
giunto
,
rassicura
i
timorosi
,
dispone
presidi
tra
i
Ruteni
della
provincia
,
i
Volci
Arecomici
,
i
Tolosati
ed
intorno
a
Narbona
,
località
che
erano
vicine
ai
nemici
;
dà
ordine
che
una
parte
delle
truppe
della
provincia
ei
rinforzi
,
che
aveva
condotto
dall’Italia
,
si
concentrino
tra
gli
Elvii
,
che
confinano
con
gli
Arverni
.
Cesare, De Bello Gallico, 7.7
Giacomo Pernigotti / Testi latini antichi / Cesare
- Created on 2020-10-24 15:19:08
- Modified on 2020-10-24 19:57:06
- Translated by Riccardo Caffarenghi
- Aligned by Giacomo Pernigotti
Latin
italiano
http://verbanoweb.it/discovertendo/latini/cesare/Cesare%20-%20Un%20eroe%20sfortunato%20-%20parte%20I.pdf
1 Interim Lucterius Cadurcus in Rutenos missus eam civitatem Arvernis conciliat . 2 Progressus in Nitiobriges et Gabalos ab utrisque obsides accipit et magna coacta manu in provinciam Narbonem versus eruptionem facere contendit . 3 Qua re nuntiata Caesar omnibus consiliis antevertendum existimavit , ut Narbonem proficisceretur . 4 Eo cum venisset , timentes confirmat , praesidia in Rutenis provincialibus , Volcis Arecomicis , Tolosatibus circumque Narbonem , quae loca hostibus erant finitima , constituit ; 5 partem copiarum ex provincia supplementumque , quod ex Italia adduxerat , in Helvios , qui fines Arvernorum contingunt , convenire iubet .
1
Nel
frattempo
il
cadurco
Lutterio
mandato
tra
i
Ruteni
guadagna
quel
popolo
agli
Arverni
.
2
Spintosi
tra
i
Nitiobrigi
e
i
Gabali
riceve
ostaggi
dagli
uni
e
dagli
altri
e
riunita
una
grande
schiera
si
dirige
a
fare
un’irruzione
nella
provincia
verso
Narbona
.
3
Riferitagli
questa
cosa
Cesare
ritenne
di
dover
anteporre
ad
ogni
progetto
,
il
partire
alla
volta
di
Narbona
.
4
Dopo
esservi
giunto
,
rassicura
i
timorosi
,
dispone
presidi
tra
i
Ruteni
della
provincia
,
i
Volci
Arecomici
,
i
Tolosati
ed
intorno
a
Narbona
,
località
che
erano
vicine
ai
nemici
;
5
dà
ordine
che
una
parte
delle
truppe
della
provincia
e
i
rinforzi
,
che
aveva
condotto
dall’Italia
,
si
concentrino
tra
gli
Elvii
,
che
confinano
con
gli
Arverni
.
Cesare, De bello gallico, 7.13
Giacomo Pernigotti / Testi latini antichi / Cesare
- Created on 2020-10-24 16:25:07
- Modified on 2020-10-24 19:56:01
- Translated by Matilde Gatti
- Aligned by Giacomo Pernigotti
Latin
italiano
http://verbanoweb.it/discovertendo/latini/cesare/Cesare%20-%20Un%20eroe%20sfortunato%20-%20parte%20I.pdf
Caesar ex castris equitatum educi iubet , proelium equestre committit : laborantibus iam suis Germanos equites circiter CCCC summittit , quos ab initio habere secum instituerat . Eorum impetum Galli sustinere non potuerunt atque in fugam coniecti multis amissis se ad agmen receperunt . Quibus profligatis rursus oppidani perterriti comprehensos eos , quorum opera plebem concitatam existimabant , ad Caesarem perduxerunt seseque ei dediderunt . Quibus rebus confectis , Caesar ad oppidum Avaricum , quod erat maximum munitissimumque in finibus Biturigum atque agri fertilissima regione , profectus est , quod eo oppido recepto civitatem Biturigum se in potestatem redacturum confidebat .
Cesare
ordina
alla
cavalleria
di
uscire
dall’accampamento
,
inizia
uno
scontro
di
cavalleria
;
ai
suoi
che
erano
ormai
in
difficoltà
manda
in
aiuto
circa
quattrocento
cavalieri
germanici
,
che
aveva
deciso
di
tener
con
sé
dall’inizio
.
I
Galli
non
poterono
sostenere
il
loro
assalto
e
,
volti
in
fuga
,
perduti
molti
,
si
ritirarono
presso
la
schiera
.
E
,
una
volta
sconfitti
costoro
,
gli
abitanti
,
nuovamente
atterriti
,
condussero
da
Cesare
,
dopo
averli
catturati
,
quelli
ad
opera
dei
quali
ritenevano
che
fosse
stato
sobillato
il
popolo
,
e
gli
si
arresero
.
Portate
a
termine
queste
cose
,
Cesare
partì
per
la
città
di
Avarico
,
che
era
la
più
grande
e
la
più
fortificata
entro
i
confini
dei
Biturigi
e
nella
regione
più
fertile
del
territorio
,
poiché
confidava
che
,
conquistata
quella
città
,
avrebbe
ridotto
in
suo
potere
il
popolo
dei
Biturigi
.
Cesare, De bello Gallico 7.31
Giacomo Pernigotti / Testi latini antichi / Cesare
- Created on 2020-10-24 17:48:28
- Modified on 2020-10-24 19:57:18
- Translated by Pernigotti Elena
- Aligned by Giacomo Pernigotti
Latin
italiano
http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Caes.+Gal.+7.31&fromdoc=Perseus%3Atext%3A1999.02.0002
Nec minus quam est pollicitus Vercingetorix animo laborabat ut reliquas civitates adiungeret ,
atque eas donis pollicitationibusque alliciebat .
Huic rei idoneos homines deligebat , quorum quisque aut oratione subdola aut amicitia facillime
capere posset . Qui Avarico expugnato refugerant , armandos vestiendosque curat ; simul , ut
deminutae copiae redintegrarentur , imperat certum numerum militum civitatibus , quem et quam
ante diem in castra adduci velit , sagittariosque
omnes , quorum erat permagnus numerus in Gallia , conquiri et ad se mitti iubet . His rebus celeriter id quod Avarici deperierat expletur . Interim
Teutomatus , Olloviconis filius , rex Nitiobrigum ,
cuius pater ab senatu nostro amicus erat appellatus , cum magno equitum suorum numero et quos
ex Aquitania conduxerat ad eum pervenit .
atque eas donis pollicitationibusque alliciebat .
Huic rei idoneos homines deligebat , quorum quisque aut oratione subdola aut amicitia facillime
capere posset . Qui Avarico expugnato refugerant , armandos vestiendosque curat ; simul , ut
deminutae copiae redintegrarentur , imperat certum numerum militum civitatibus , quem et quam
ante diem in castra adduci velit , sagittariosque
omnes , quorum erat permagnus numerus in Gallia , conquiri et ad se mitti iubet . His rebus celeriter id quod Avarici deperierat expletur . Interim
Teutomatus , Olloviconis filius , rex Nitiobrigum ,
cuius pater ab senatu nostro amicus erat appellatus , cum magno equitum suorum numero et quos
ex Aquitania conduxerat ad eum pervenit .
Vercingetorige
si
dava
pensiero
non
meno
di
quanto avesse promesso per riunire le altre popolazioni , e cercava di attirare queste con doni e promesse .
Sceglieva uomini adatti a tale scopo , ognuno dei
quali potesse molto facilmente conquistarli o con
un discorso accattivante o con l’amicizia . Provvede a che siano armati e vestiti quelli che , espugnata Avarico , erano fuggiti ; al tempo stesso , ordina alle popolazioni un preciso numero di soldati per reintegrare la diminuzione delle truppe , chi ed entro che giorno voleva che fossero condotti all’accampamento , e ordina che tutti
gli arcieri di cui c’era un numero assai grande in
Gallia , venissero arruolati e condotti da lui . Con
questi provvedimenti si ricostituisce rapidamente
ciò che era andato perduto ad Avarico . Nel frattempo Teutomato , figlio di Ollovicone , re dei Nitiobrogi , il cui padre era stato chiamato amico dal
nostro senato , con un gran numero di cavalieri
suoi e quelli che aveva condotto dall’Aquitania
giunse da lui .
quanto avesse promesso per riunire le altre popolazioni , e cercava di attirare queste con doni e promesse .
Sceglieva uomini adatti a tale scopo , ognuno dei
quali potesse molto facilmente conquistarli o con
un discorso accattivante o con l’amicizia . Provvede a che siano armati e vestiti quelli che , espugnata Avarico , erano fuggiti ; al tempo stesso , ordina alle popolazioni un preciso numero di soldati per reintegrare la diminuzione delle truppe , chi ed entro che giorno voleva che fossero condotti all’accampamento , e ordina che tutti
gli arcieri di cui c’era un numero assai grande in
Gallia , venissero arruolati e condotti da lui . Con
questi provvedimenti si ricostituisce rapidamente
ciò che era andato perduto ad Avarico . Nel frattempo Teutomato , figlio di Ollovicone , re dei Nitiobrogi , il cui padre era stato chiamato amico dal
nostro senato , con un gran numero di cavalieri
suoi e quelli che aveva condotto dall’Aquitania
giunse da lui .
Caesar, De bello Gallico 7.36.1-4
Giacomo Pernigotti / Testi latini antichi / Cesare
- Created on 2020-10-25 08:55:52
- Translated by Emma Rabozzi
- Aligned by Giacomo Pernigotti
Latin
italiano
http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.02.0002%3Abook%3D7%3Achapter%3D36%3Asection%3D4
neque ullum fere diem intermittebat quin equestri proelio interiectis sagittariis , quid in quoque esset animi ac virtutis suorum perspiceret . Erat e regione oppidi collis sub ipsis radicibus montis , egregie munitus atque ex omni parte circumcisus ; quem si tenerent nostri , et aquae magna parte et pabulatione libera prohibituri hostes videbantur . Sed is locus praesidio ab his non nimis firmo tenebatur . Tamen silentio noctis Caesar ex castris egressus , priusquam subsidio ex oppido veniri posset , deiecto praesidio potitus loco duas ibi legiones collocavit fossamque duplicem duodenum pedum a maioribus castris ad minora perduxit , ut tuto ab repentino hostium incursu etiam singuli commeare possent .
e
non
lasciava
passare
quasi
nessun
giorno
senza
esaminare
con
uno
scontro
di
cavalleria
dopo
avervi
unito
gli
arcieri
,
quale
coraggio
e
valore
ci
fosse
in
ciascuno
dei
suoi
.
C’era
di
fronte
alla
città
un
colle
proprio
sotto
le
falde
del
monte
,
straordinariamente
protetto
e
scosceso
da
ogni
parte
;
se
i
nostri
se
ne
fossero
impadroniti
,
e
sembrava
che
avrebbero
impedito
ai
nemici
gran
parte
del
rifornimento
di
acqua
e
un
libero
foraggiamento
.
Però
quella
posizione
era
occupata
da
loro
con
una
guarnigione
non
troppo
numerosa
.
Tuttavia
nel
silenzio
della
notte
Cesare
uscito
dall’accampamento
,
prima
che
si
potesse
dalla
città
giungere
in
aiuto
,
scacciata
la
guarnigione
impadronitosi
della
posizione
vi
dispose
due
legioni
e
fece
condurre
un
duplice
fossato
di
dodici
piedi
dall’accampamento
maggiore
a
quello
minore
,
affinché
anche
ad
uno
ad
uno
potessero
andare
e
venire
al
sicuro
da
un
improvviso
attacco
dei
nemici
.
Cesare, De bello Gallico 7.29
Giacomo Pernigotti / Testi latini antichi / Cesare
- Created on 2020-10-25 09:32:11
- Translated by Paola Onofras
- Aligned by Giacomo Pernigotti
Ἑλληνική Transliterate
italiano
http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Caes.+Gal.++7.29&fromdoc=Perseus%3Atext%3A1999.02.0002
http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Caes.+Gal.++7.29&fromdoc=Perseus%3Atext%3A1999.02.0002
1 Postero die concilio convocato consolatus cohortatusque est ne se admodum animo demitterent , neve perturbarentur incommodo . 2 Non virtute neque in acie vicisse Romanos , sed artificio quodam et scientia oppugnationis , cuius rei fuerint ipsi imperiti . 3 Errare , si qui in bello omnes secundos rerum proventus exspectent . 4 Sibi numquam placuisse Avaricum defendi , cuius rei testes ipsos haberet ; sed factum imprudentia Biturigum et nimia obsequentia reliquorum uti hoc incommodum acciperetur . 5 Id tamen se celeriter maioribus commodis sanaturum . 6 Nam quae ab reliquis Gallis civitates dissentirent , has sua diligentia adiuncturum atque unum consilium totius Galliae effecturum , cuius consensui ne orbis quidem terrarum possit obsistere ; 7 idque se prope iam effectum habere . Interea aequum esse ab eis communis salutis causa impetrari ut castra munire instituerent , quo facilius repentinos hostium impetus sustinerent .
1 Il giorno dopo , convocata l’assemblea , li consolò ed esortò a non perdersi assolutamente d’animo e a non turbarsi per l’insuccesso . 2 I Romani non avevano vinto per il valore né in campo aperto , ma con una certa tattica e l’esperienza di un assedio , cosa di cui loro stessi erano inesperti . 3 Se qualcuno si aspetta che in guerra tutti gli esiti siano favorevoli , sbaglia . 4 A lui non era mai piaciuto che Avarico venisse difesa , e di questo aveva loro come testimoni ; ma era accaduto per l’imprevidenza dei Biturigi e l’eccessiva accondiscendenza degli altri che si subisse questa sconfitta . 5 Tuttavia egli avrebbe rimediato prontamente a questo con maggiori successi . 6 Infatti con la sua solerzia avrebbe riunito quelle popolazioni che non erano d’accordo con gli altri Galli ed avrebbe costituito un’unica assemblea di tutta la Gallia , al cui consenso neppure il mondo poteva resistere ; 7 e questo egli l’aveva ormai quasi ottenuto . Nel frattempo era giusto che si chiedesse loro , per la comune salvezza , di decidere di fortificare l’accampamento , per resistere più facilmente agli improvvisi attacchi dei nemici .
Cesare, De bello gallico, 7.28 5-6
Giacomo Pernigotti / Testi latini antichi / Cesare
- Created on 2020-10-25 09:55:53
- Modified on 2020-10-25 10:05:01
- Translated by Vittoria Mogni
- Aligned by Giacomo Pernigotti
Latin
italiano
http://verbanoweb.it/discovertendo/latini/cesare/Cesare%20-%20Un%20eroe%20sfortunato%20-%20parte%20II.pdf
Denique ex omni numero , qui fuit circiter milium XL , vix DCCC , qui primo clamore audito se ex oppido eiecerunt , incolumes ad Vercingetorigem pervenerunt . Quos ille multa iam nocte silentio ex fuga excepit , veritus ne qua in castris ex eorum concursu et misericordia vulgi seditio oreretur , ut procul in via dispositis familiaribus suis principibusque civitatum disparandos deducendosque ad suos curaret , quae cuique civitati pars castrorum ab initio obvenerat .
Insomma
di
tutto
il
numero
,
che
era
di
circa
quarantamila
,
a
malapena
ottocento
che
,
udito
il
primo
grido
si
erano
gettati
fuori
dalla
città
,
giunsero
sani
e
salvi
da
Vercingetorige
.
Egli
accolse
questi
dopo
la
fuga
a
notte
inoltrata
in
silenzio
,
avendo
temuto
che
a
seguito
del
loro
arrivo
e
della
compassione
si
scatenasse
nell’accampamento
una
qualche
sommossa
della
folla
,
dopo
aver
disposto
lontano
lungo
la
via
i
suoi
fedeli
e
i
capi
delle
popolazioni
perché
si
occupassero
di
suddividerli
e
di
condurli
dai
loro
,
nella
parte
dell’accampamento
che
sin
dall’inizio
era
stata
assegnata
a
ciascuna
popolazione
.
Cesare, De bello Gallico 7. 67. 5-7
Giacomo Pernigotti / Testi latini antichi / Cesare
- Created on 2020-10-25 10:37:29
- Translated by Luigia Maria Semino
- Aligned by Giacomo Pernigotti
Latin
italiano
http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.02.0002%3Abook%3D7%3Achapter%3D67%3Asection%3D5
Tandem Germani ab dextro latere summum iugum nacti hostes loco depellunt ; fugientes usque ad flumen , ubi Vercingetorix cum pedestribus copiis consederat , persequuntur et complures interficiunt . Qua re animadversa , reliqui ne circumirentur veriti se fugae mandant . Omnibus locis fit caedes . Tres nobilissimi Aedui capti ad Caesarem perducuntur : Cotus , praefectus equitum , qui controversiam cum Convictolitavi proximis comitiis habuerat , et Cavarillus , qui post defectionem Litavicci pedestribus copiis praefuerat , et Eporedorix , quo duce ante adventum Caesaris Haedui cum Sequanis bello contenderant .
Finalmente
i
Germani
avendo
raggiunto
dall’ala
destra
la
sommità
scacciano
dalla
posizione
i
nemici
;
inseguono
i
fuggitivi
fino
al
fiume
,
dove
Vercingetorige
(
si
)
era
appostato
con
le
truppe
pedestri
,
e
(
ne
)
uccidono
parecchi
.
Vista
questa
situazione
,
i
superstiti
temendo
di
essere
circondati
si
danno
alla
fuga
.
Avviene
una
strage
in
tutti
i
luoghi
.
Tre
nobilissimi
Edui
catturati
vengono
condotti
da
Cesare
:
Coto
,
comandante
dei
cavalieri
,
che
nei
recenti
comizi
aveva
avuto
una
disputa
con
Convictolitave
,
(
e
)
Cavarillo
,
che
dopo
la
defezione
di
Litavicco
aveva
avuto
il
comando
delle
truppe
pedestri
ed
Eporedorige
,
sotto
il
cui
comando
prima
dell’arrivo
di
Cesare
gli
Edui
avevano
combattuto
in
guerra
con
i
Sequani
Cesare, De bello Gallico 7.69
Giacomo Pernigotti / Testi latini antichi / Cesare
- Created on 2020-10-25 12:28:45
- Modified on 2021-04-16 17:46:30
- Translated by Elena Tanzi
- Aligned by Giacomo Pernigotti
Latin
italiano
http://verbanoweb.it/discovertendo/latini/cesare/Cesare%20-%20Un%20eroe%20sfortunato%20-%20parte%20II.pdf
Ipsum erat oppidum Alesia in colle summo admodum edito loco , ut nisi obsidione expugnari non posse videretur ; cuius collis radices duo duabus ex partibus flumina subluebant . Ante id oppidum planities circiter milia passuum tria in longitudinem patebat : reliquis ex omnibus partibus colles mediocri interiecto spatio pari altitudinis fastigio oppidum cingebant . Sub muro , quae pars collis ad orientem solem spectabat , hunc omnem locum copiae Gallorum compleverant fossamque et maceriam sex in altitudinem pedum praeduxerant . Eius munitionis quae ab Romanis instituebatur circuitus XI milia passuum tenebat . Castra opportunis locis erant posita ibique castella viginti tria facta , quibus in castellis interdiu stationes ponebantur , ne qua subito eruptio fieret : haec eadem noctu excubitoribus ac firmis praesidiis tenebantur .
La città di Alesia si trovava proprio sul colle più alto in una posizione talmente elevata che sembrava non potersi espugnare se non con un assedio ; e due fiumi scorrevano dalle due parti ai piedi di questo colle . Davanti a questa città si stendeva una pianura di circa tre miglia in lunghezza ; da tutte le altre parti dei colli di pari altezza , interposto uno spazio modesto , circondavano la città . Sotto le mura , la parte del colle che guardava ad oriente , le truppe dei Galli avevano occupato tutta questa posizione e vi avevano condotto un fossato ed un muro a secco di sei piedi in altezza . Il perimetro di quella fortificazione che veniva costruita dai Romani raggiungeva le undici miglia . Gli accampamenti erano collocati in luoghi opportuni e vi erano stati costruiti ventitre fortini , in cui durante il giorno venivano schierati dei corpi di guardia , perché non si verificasse una qualche sortita improvvisa ; questi stessi di notte venivano occupati da sentinelle e guarnigioni consistenti .
Cesare, De bello Gallico 7.80-1-4
Giacomo Pernigotti / Testi latini antichi / Cesare
- Created on 2020-10-25 12:54:26
- Modified on 2021-04-16 17:46:16
- Translated by Viola Vacchini
- Aligned by Giacomo Pernigotti
Latin
italiano
Caesar , omni exercitu ad utramque partem munitionum disposito , ut , si usus veniat , suum quisque locum teneat et noverit , equitatum ex castris educi et proelium committi iubet . Erat ex omnibus castris , quae summum undique iugum tenebant , despectus , atque omnes milites intenti pugnae proventum exspectabant . Galli inter equites raros sagittarios expeditosque levis armaturae interiecerant , qui suis cedentibus auxilio succurrerent et nostrorum equitum impetus sustinerent . Ab his complures de improviso vulnerati proelio excedebant . Cum suos pugna superiores esse Galli confiderent et nostros multitudine premi viderent , ex omnibus partibus et ei qui munitionibus continebantur et hi qui ad auxilium convenerant clamore et ululatu suorum animos confirmabant .
Cesare
,
schierato
tutto
l’esercito
su
entrambi
i
lati
delle
fortificazioni
,
affinché
,
qualora
si
verificasse
la
necessità
,
ognuno
conoscesse
ed
occupasse
la
sua
posizione
,
ordina
alla
cavalleria
di
uscire
dall’accampamento
e
di
attaccare
battaglia
.
Da
tutti
gli
accampamenti
,
che
da
ogni
parte
occupavano
la
sommità
dei
colli
,
c’era
la
vista
verso
il
basso
e
tutti
i
soldati
aspettavano
attenti
l’esito
della
battaglia
.
I
Galli
avevano
disposto
in
mezzo
ai
cavalieri
degli
arcieri
sparsi
e
soldati
dall’armatura
leggera
,
che
venissero
in
aiuto
ai
loro
se
si
ritiravano
e
sostenessero
l’assalto
dei
nostri
cavalieri
.
Feriti
da
costoro
all’improvviso
,
parecchi
si
allontanavano
dal
combattimento
.
Poiché
i
Galli
confidavano
che
i
loro
fossero
superiori
in
battaglia
e
vedendo
i
nostri
incalzati
dalla
moltitudine
,
da
tutte
le
parti
sia
coloro
che
erano
protetti
dalle
fortificazioni
sia
questi
che
erano
venuti
in
aiuto
con
grida
ed
urla
incoraggiavano
l’animo
dei
loro
.