De bello Gallico 7.5
/ Testi latini antichi / Cesare
Latin
italiano
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1 His suppliciis celeriter coacto exercitu Lucterium Cadurcum , summae hominem audaciae , cum parte copiarum in Rutenos mittit ; ipse in Bituriges proficiscitur . 2 Eius adventu Bituriges ad Aeduos , quorum erant in fide , legatos mittunt subsidium rogatum , quo facilius hostium copias sustinere possint . 3 Aedui de consilio legatorum , quos Caesar ad exercitum reliquerat , copias equitatus peditatusque subsidio Biturigibus mittunt . 4 Qui cum ad flumen Ligerim venissent , quod Bituriges ab Aeduis dividit , paucos dies ibi morati neque flumen transire ausi domum revertuntur . 5 legatisque nostris renuntiant se Biturigum perfidiam veritos revertisse , quibus id consili fuisse cognoverint , ut , si flumen transissent , una ex parte ipsi , altera Arverni se circumsisterent . 6 Id eane de causa , quam legatis pronuntiarunt , an perfidia adducti fecerint , quod nihil nobis constat , non videtur pro certo esse proponendum . 7 Bituriges eorum discessu statim cum Arvernis iunguntur
1
Riunito
rapidamente
un
esercito
con
questi
supplizi
spedisce
tra
i
Ruteni
con
una
parte
delle
truppe
il
cadurco
Lutterio
,
uomo
di
grandissimo
coraggio
,
mentre
egli
si
dirige
verso
i
Biturigi
.
2
Al
suo
arrivo
i
Biturigi
mandano
ambasciatori
agli
Edui
,
di
cui
erano
alleati
,
a
chiedere
aiuto
,
per
poter
più
facilmente
resistere
alle
truppe
neniche
.
3
Gli
Edui
,
su
consiglio
dei
legati
,
che
Cesare
aveva
lasciato
presso
l’esercito
,
mandano
truppe
di
cavalleria
e
fanteria
in
aiuto
ai
Biturigi
.
4
una
volta
arrivati
al
fiume
Loira
,
che
divide
i
Biturigi
dagli
Edui
,
dopo
essersi
trattenuti
lì
pochi
giorni
senza
osare
attraversare
il
fiume
tornano
a
casa
.
5
e
riferiscono
ai
nostri
legati
di
essere
tornati
avendo
temuto
la
perfidia
dei
Biturigi
,
di
cui
avevano
conosciuto
che
avevano
questa
intenzione
,
che
cioè
,
se
avessero
passato
il
fiume
,
da
una
parte
li
avrebbero
circondati
loro
,
dall’altra
gli
Arverni
.
6
abbiano
fatto
questo
per
la
ragione
che
riferirono
ai
legati
,
oppure
spinti
da
perfidia
,
non
pare
di
doverlo
stabilire
con
certezza
,
dal
momento
che
non
ci
risulta
nulla
.
7
Alla
loro
partenza
i
Biturigi
si
uniscono
immediatamente
agli
Arverni
.
Cesare, De Bello Gallico 7.14.6-10
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6 Harum ipsis rerum copiam suppetere , quod , quorum in finibus bellum geratur , eorum opibus subleventur . 7 Romanos aut inopiam non laturos aut magno periculo longius ab castris processuros ; 8 neque interesse , ipsosne interficiant , impedimentisne exuant quibus amissis bellum geri non possit . 9 Praeterea oppida incendi oportere , quae non munitione et loci natura ab omni sint periculo tuta , neu suis sint ad
detractandam militiam receptacula neu Romanis proposita ad copiam commeatus praedamque tollendam . 10 Haec si gravia aut acerba videantur , multo illa gravius aestimare , liberos , coniuges in
servitutem abstrahi , ipsos interfici quae sit necesse accidere victis .
detractandam militiam receptacula neu Romanis proposita ad copiam commeatus praedamque tollendam . 10 Haec si gravia aut acerba videantur , multo illa gravius aestimare , liberos , coniuges in
servitutem abstrahi , ipsos interfici quae sit necesse accidere victis .
6
Essi
avevano
abbondanza
di
queste
cose
,
perché
,
venivano
aiutati
dalle
risorse
di
coloro
,
nei
cui territori si combatteva la guerra . 7 I Romani o non avrebbero sopportato la carestia o si sarebbero spinti più lontani dall’accampamento con grande pericolo ; 8 e non era importante se li uccidevano o li privavano dei rifornimenti , persi i quali , non si poteva combattere la guerra . 9 Bisognava inoltre incendiare le città , che non fossero sicure da ogni pericolo per le fortificazioni e la posizione naturale , perché non fossero per i loro rifugio per sottrarsi all’obbligo militare né esposte ai Romani per procurarsi abbondanza di rifornimenti e bottino . 10 Se queste cose sembravano aspre e dolorose , considerassero questo molto più grave , l’essere ridotti in schiavitù i figli e le mogli , l’essere uccisi essi stessi , cose che era necessario toccassero ai vinti .
cui territori si combatteva la guerra . 7 I Romani o non avrebbero sopportato la carestia o si sarebbero spinti più lontani dall’accampamento con grande pericolo ; 8 e non era importante se li uccidevano o li privavano dei rifornimenti , persi i quali , non si poteva combattere la guerra . 9 Bisognava inoltre incendiare le città , che non fossero sicure da ogni pericolo per le fortificazioni e la posizione naturale , perché non fossero per i loro rifugio per sottrarsi all’obbligo militare né esposte ai Romani per procurarsi abbondanza di rifornimenti e bottino . 10 Se queste cose sembravano aspre e dolorose , considerassero questo molto più grave , l’essere ridotti in schiavitù i figli e le mogli , l’essere uccisi essi stessi , cose che era necessario toccassero ai vinti .