Demostene, Terza Olintiaca, 23-27
cristiana caserta / oratoria
- Created on 2019-07-11 10:42:17
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25: Ἑλληνικῶν (corrige "comuni", "con gli altri Greci"); delete "che nessuno dei posteri è stato in grado di superarli"
Ἑλληνική Transliterate
italiano
http://www.poesialatina.it/_ns/Greek/testi/Demosthenes/Olynthiaca_3.html
καίτοι σκέψασθ ' , ὦ ἄνδρες Ἀθηναῖοι , ἅ τις ἂν κεφάλαι ' εἰπεῖν ἔχοι τῶν τ ' ἐπὶ τῶν προγόνων ἔργων καὶ τῶν ἐφ ' ὑμῶν . ἔσται δὲ βραχὺς καὶ γνώριμος ὑμῖν ὁ λόγος · οὐ γὰρ ἀλλοτρίοις ὑμῖν χρωμένοις παραδείγμασιν , ἀλλ ' οἰκείοις , ὦ ἄνδρες Ἀθηναῖοι , εὐδαίμοσιν [ 24 ] ἔξεστι γενέσθαι . ἐκεῖνοι τοίνυν , οἷς οὐκ ἐχαρίζονθ ' οἱ λέγοντες οὐδ ' ἐφίλουν αὐτοὺς ὥσπερ ὑμᾶς οὗτοι νῦν , πέντε μὲν καὶ τετταράκοντ ' ἔτη τῶν Ἑλλήνων ἦρξαν ἑκόντων , πλείω δ ' ἢ μύρια τάλαντ ' εἰς τὴν ἀκρόπολιν ἀνήγαγον , ὑπήκουε δ ' ὁ ταύτην τὴν χώραν ἔχων αὐτοῖς βασιλεύς , ὥσπερ ἐστὶ προσῆκον βάρβαρον Ἕλλησι , πολλὰ δὲ καὶ καλὰ καὶ πεζῇ καὶ ναυμαχοῦντες ἔστησαν τρόπαι ' αὐτοὶ στρατευόμενοι , μόνοι δ ' ἀνθρώπων κρείττω τὴν ἐπὶ τοῖς ἔργοις δόξαν τῶν [ 25 ] φθονούντων κατέλιπον . ἐπὶ μὲν δὴ τῶν Ἑλληνικῶν ἦσαν τοιοῦτοι · ἐν δὲ τοῖς κατὰ τὴν πόλιν αὐτὴν θεάσασθ ' ὁποῖοι , ἔν τε τοῖς κοινοῖς κἀν τοῖς ἰδίοις . δημοσίᾳ μὲν τοίνυν οἰκοδομήματα καὶ κάλλη τοιαῦτα καὶ τοσαῦτα κατεσκεύασαν ἡμῖν ἱερῶν καὶ τῶν ἐν τούτοις ἀναθημάτων , ὥστε μηδενὶ τῶν ἐπιγιγνομένων ὑπερβολὴν λελεῖφθαι · ἰδίᾳ δ ' οὕτω σώφρονες [ 26 ] ἦσαν καὶ σφόδρ ' ἐν τῷ τῆς πολιτείας ἤθει μένοντες , ὥστε τὴν Ἀριστείδου καὶ τὴν Μιλτιάδου καὶ τῶν τότε λαμπρῶν οἰκίαν εἴ τις ἄρ ' οἶδεν ὑμῶν ὁποία ποτ ' ἐστίν , ὁρᾷ τῆς τοῦ γείτονος οὐδὲν σεμνοτέραν οὖσαν · οὐ γὰρ εἰς περιουσίαν ἐπράττετ ' αὐτοῖς τὰ τῆς πόλεως , ἀλλὰ τὸ κοινὸν αὔξειν ἕκαστος ᾤετο δεῖν . ἐκ δὲ τοῦ τὰ μὲν Ἑλληνικὰ πιστῶς , τὰ δὲ πρὸς τοὺς θεοὺς εὐσεβῶς , τὰ δ ' ἐν αὑτοῖς ἴσως διοικεῖν [ 27 ] μεγάλην εἰκότως ἐκτήσαντ ' εὐδαιμονίαν .
[
23
]
Eppure
,
osservate
,
o
Ateniesi
,
gli
elementi
di
confronto
che
si
potrebbe
tracciare
tra
le
azioni
degli
avi
e
le
vostre
.
Il
mio
discorso
sarà
breve
e
a
voi
noto
,
perché
è
possibile
aver
successo
servendosi
di
esempi
non
a
voi
estranei
,
o
Ateniesi
,
ma
che
vi
appartengono
.
[
24
]
I
nostri
avi
,
che
gli
oratori
non
compiacevano
e
che
non
trattavano
con
affetto
come
costoro
con
voi
,
dominarono
i
Greci
,
con
il
loro
consenso
,
per
quarantacinque
anni
;
fecero
confluire
sull’acropoli
più
di
diecimila
talenti
;
si
sottometteva
a
loro
il
re
di
quello
stato
,
come
conviene
che
un
barbaro
sia
sottomesso
ai
Greci
;
combattendo
in
terra
e
in
mare
innalzarono
molti
e
splendidi
trofei
,
svolgendo
di
persona
le
operazioni
militari
;
soli
tra
gli
uomini
,
lasciarono
in
eredità
una
gloria
per
le
loro
azioni
superiore
all’invidia
.
[
25
]
Per
quanto
riguarda
i
rapporti
comuni
erano
siffatti
;
ma
osservate
come
si
comportavano
in
quelli
relativi
alla
città
stessa
,
sia
in
quelli
pubblici
che
in
quelli
privati
.
A
spese
dello
stato
dunque
costruirono
per
noi
edifici
e
meraviglie
di
templi
e
di
offerte
votive
in
essi
tali
e
tanti
da
non
lasciar
luogo
alla
superiorità
da
parte
di
alcuno
dei
posteri
,
che
nessuno
dei
posteri
è
stato
in
grado
di
superarli
.
[
26
]
Nella
vita
privata
erano
talmente
moderati
e
attaccati
al
costume
della
città
che
la
casa
di
Aristide
,
di
Milziade
e
degli
altri
cittadini
illustri
del
tempo
,
se
qualcuno
di
voi
sa
quali
siano
,
vede
che
non
sono
affatto
più
maestose
di
quelle
dei
vicini
.
Difatti
,
non
amministravano
gli
affari
della
città
per
la
propria
ricchezza
,
ma
ognuno
pensava
di
dover
accrescere
il
patrimonio
comune
.
Per
il
fatto
che
si
comportavano
con
lealtà
nei
rapporti
con
la
Grecia
,
con
devozione
in
campo
religioso
,
con
equità
nelle
relazioni
interne
,
raggiunsero
,
com’è
naturale
,
una
condizione
di
notevole
benessere
.