Cicerone, Orator 21.70
Giacomo Pernigotti /
- Created on 2019-03-22 16:53:08
- Translated by Michelle Pieragostini
- Aligned by Giacomo Pernigotti
Versione in classe di Latino del 18/03/2019
Latin
italiano
Sed est eloquentiae sicut reliquarum rerum fundamentum sapientia . Ut enim in vita sic in oratione nihil est difficilius quam quid deceat videre . πρέπον appellant hoc Graeci , nos dicamus sane decorum . Huius ignoratione non modo in vita sed saepissime et in poematis et in oratione peccatur . Est autem quid deceat oratori videndum non in sententiis solum sed etiam in verbis . Non enim omnis fortuna , non omnis honos , non omnis auctoritas , non omnis aetas nec vero locus aut tempus aut auditor omnis eodem aut verborum genere tractandus est aut sententiarum semperque in omni parte orationis ut vitae quid deceat est considerandum .
Ma
è
la
sapienza
il
fondamento
dell’eloquenza
,
così
come
di
tutte
le
altre
arti
.
Infatti
,
come
nella
vita
così
anche
in
un
discorso
,
niente
è
più
difficile
che
capire
ciò
che
(
meglio
)
si
addice
:
i
Greci
lo
chiamano
πρέπον
,
noi
chiamiamolo
pure
decoro
.
Non
solo
in
vita
ma
più
frequentemente
anche
nei
poemi
e
nelle
orazioni
si
sbaglia
per
mancanza
di
ciò
.
Poi
,
è
necessario
che
l’oratore
comprenda
ciò
che
è
(
più
)
opportuno
,
non
solo
riguardo
gli
argomenti
,
ma
anche
per
le
parole
.
Infatti
,
non
si
deve
trattare
con
lo
stesso
genere
di
parole
o
argomenti
ogni
sorte
,
ogni
lode
,
ogni
volontà
,
ogni
periodo
e
certamente
ogni
luogo
,
tempo
o
ascoltatore
,
ma
si
deve
sempre
osservare
bene
,
in
ogni
momento
dell’orazione
così
come
durante
la
vita
,
ciò
che
conviene
.