Tucidide libro II 37.1
Giacomo Pernigotti / Testi greci antichi
- Created on 2019-02-08 14:51:35
- Translated by Michelle Pieragostini
- Aligned by Giacomo Pernigotti
Ἑλληνική Transliterate
italiano
http://data.perseus.org/texts/urn:cts:greekLit:tlg0003.tlg001.perseus-grc1
‘χρώμεθα γὰρ πολιτείᾳ οὐ ζηλούσῃ τοὺς τῶν πέλας νόμους , παράδειγμα δὲ μᾶλλον αὐτοὶ ὄντες τισὶν ἢ μιμούμενοι ἑτέρους . καὶ ὄνομα μὲν διὰ τὸ μὴ ἐς ὀλίγους ἀλλ᾽ ἐς πλείονας οἰκεῖν δημοκρατία κέκληται : μέτεστι δὲ κατὰ μὲν τοὺς νόμους πρὸς τὰ ἴδια διάφορα πᾶσι τὸ ἴσον , κατὰ δὲ τὴν ἀξίωσιν , ὡς ἕκαστος ἔν τῳ εὐδοκιμεῖ , οὐκ ἀπὸ μέρους τὸ πλέον ἐς τὰ κοινὰ ἢ ἀπ᾽ ἀρετῆς προτιμᾶται , οὐδ᾽ αὖ κατὰ πενίαν , ἔχων γέ τι ἀγαθὸν δρᾶσαι τὴν πόλιν , ἀξιώματος ἀφανείᾳ κεκώλυται .
Noi
infatti
,
abbiamo
una
forma
di
governo
che
non
cerca
di
eguagliare
le
leggi
dei
popoli
vicini
(
lett
.
di
quelli
vicini
)
,
anzi
noi
stessi
siamo
d’esempio
ad
alcuni
piuttosto
che
imitare
gli
altri
.
E
per
il
fatto
che
si
governa
non
nell’interesse
di
pochi
ma
di
molti
,
è
chiamata
democrazia
:
secondo
le
leggi
,
nelle
dispute
private
tutti
hanno
diritto
all
'
uguaglianza
(
lett
.
la
parità
spetta
a
tutti
)
;
riguardo
la
reputazione
ognuno
,
secondo
quanto
gode
di
buona
fama
in
qualcosa
,
è
preferito
,
per
amministrare
le
attività
pubbliche
,
non
per
la
classe
sociale
più
che
per
il
valore
e
d’altronde
neanche
riguardo
la
povertà
:
se
un
povero
può
fare
qualcosa
di
buono
per
la
città
,
non
è
ostacolato
dall’oscurità
del
rango
.