Tucidide 2.36.4
Giacomo Pernigotti / Testi greci antichi
- Created on 2019-02-07 20:29:12
- Translated by Micheli Matilde
- Aligned by Giacomo Pernigotti
Ἑλληνική Transliterate
italiano
greekLit:tlg0003.tlg001.perseus-grc1:2.36.4
ὧν ἐγὼ τὰ μὲν κατὰ πολέμους ἔργα , οἷς ἕκαστα ἐκτήθη , ἢ εἴ τι αὐτοὶ ἢ οἱ πατέρες ἡμῶν βάρβαρον ἢ Ἕλληνα πολέμιον ἐπιόντα προθύμως ἠμυνάμεθα , μακρηγορεῖν ἐν εἰδόσιν οὐ βουλόμενος ἐάσω : ἀπὸ δὲ οἵας τε ἐπιτηδεύσεως ἤλθομεν ἐπ᾽ αὐτὰ καὶ μεθ᾽ οἵας πολιτείας καὶ τρόπων ἐξ οἵων μεγάλα ἐγένετο , ταῦτα δηλώσας πρῶτον εἶμι καὶ ἐπὶ τὸν τῶνδε ἔπαινον , νομίζων ἐπί τε τῷ παρόντι οὐκ ἂν ἀπρεπῆ λεχθῆναι αὐτὰ καὶ τὸν πάντα ὅμιλον καὶ ἀστῶν καὶ ξένων ξύμφορον εἶναι ἐπακοῦσαι αὐτῶν .
Ma
io
tralascerò
le
imprese
in
guerra
,
con
le
quali
ogni
cosa
fu
acquistata
,
o
le
occasioni
in
cui
noi
stessi
o
i
nostri
padri
respingemmo
coraggiosamente
il
nemico
barbaro
o
Greco
che
ci
assaliva
,
non
volendo
dilungarmi
(
lett
:
fare
un
lungo
discorso
)
con
chi
conosce
già
;
ma
dopo
quale
condotta
siamo
giunti
a
tanto
e
dopo
quali
forme
di
governo
e
dopo
quali
atteggiamenti
divenne
grande
,
dopo
aver
inizialmente
chiarito
queste
cose
,
mi
accingerò
anche
all’elogio
di
costoro
,
credendo
che
non
solo
nella
situazione
presente
non
sarebbe
sconveniente
dire
queste
cose
,
ma
anche
che
sarebbe
utile
che
tutta
la
folla
sia
di
cittadini
che
di
stranieri
ascolti
queste
cose
.